
Ho passato un’ora in banca con mio padre, perché ha dovuto trasferire dei soldi. Non ho resistito a me stesso ed ho chiesto:
Papà, perché non attiviamo il tuo internet banking ?
“Perché dovrei farlo?”
“Beh, allora non dovrai passare un’ora per cose come il trasferimento!”
“Puoi anche fare la spesa on line. Sarà tutto così facile!”
Ero così entusiasta di farlo entrare nel mondo del Net Banking
Papà mi ha chiesto: “Se lo faccio, non dovrò uscire di casa!”
Gli ho aggiunto: “Si, si! Come anche gli alimentari possono essere consegnati direttamente ora! Con Amazon tutto può essere consegnato!”
La sua risposta mi ha lasciato legato alla lingua.
Mi ha detto: “Da quando sono entrato in questa banca oggi, ho incontrato quattro miei amici, ho chiacchierato un po’ con lo staff che ormai mi conosce molto bene.
Sai che sono solo…questa è l’azienda di cui ho bisogno. Mi piace prepararmi e venire in banca. Ho abbastanza tempo, è il tocco finale che desidero.
Due anni fa mi sono ammalato: il proprietario del negozio da cui compro la frutta, è venuto a trovarmi, si è seduto vicino al mio capezzale ed ha pianto.
Quando tua madre è caduta qualche giorno fa, mentre faceva la passeggiata mattutina, il nostro fruttivendolo l’ha vista ed ha subito preso la macchina per portarla a casa di corsa, in quanto sa dove vivo.
Avrei quel “tocco umano”, se tutto diventasse on line?
Perché dovrei volere che tutto mi venga consegnato e che mi costringa ad interagire solo con il mio computer?
Mi piace conoscere la persona con cui io ho a che fare non solo il venditore.
Crea legami e favorisce le relazioni.
Anche Amazon consegna tutto questo?
La tecnologia non è vita. Trascorri del tempo con le persone, non con i dispositivi”.
Ecco, ho voluto iniziare questa mia riflessione sulla grande distribuzione, ponendo la questione della crescente riduzione di una componente fondamentale della vita della persona, che è la disposizione a relazionarsi con gli altri.
Proviamo a pensare quanto questa naturale esigenza della donna e dell’uomo è venuta meno, potremmo dire è stata spenta e, con questa crescente limitazione, è aumentata la diffidenza, il sospetto verso chiunque volesse intraprendere un approccio con il solo desiderio di aprirsi e di ascoltare l’altro.
Qualcuno che mi legge forse ricorderà ancora i viaggi in treno dentro scompartimenti, quando non c’erano i cellulari e, se il viaggio era particolarmente lungo, si stabilivano dei contatti con il passeggero che ci stava di fronte. Quante cose si venivano a sapere delle abitudini che erano la caratteristica della persona con cui allacciavamo un discorso!
Ecco, per tornare al tema del titolo su cui riflettere, la grande distribuzione, tutto questo bisogno di comunicare, l’ha spento dietro la lusinga del prezzo più basso, del minor tempo da “perdere” che poi vuol dire averlo guadagnato se ti ha permesso di allargare la tua rete di conoscenze (che è tutt’altra cosa rispetto ai follower o ai like!). Non nego che in alcuni casi la grande distribuzione possa favorire l’autonomia delle persone che così “risparmiano tempo”, ma la mia convinzione è che attraverso questa “moda” del “portarti il prodotto a casa”, alla fine rendi la persona impigrita, isolata, demotivata ad aprirsi al mondo e, quindi, del tutto indifferente ad una grande, insopprimibile necessità della donna e dell’uomo: socializzare! Concludo considerando che tutto poi dovrebbe essere calcolato sulla base del rapporto “costi/benefici” ed allora mi chiedo: fa più bene scambiare parole e confrontarsi con gli altri facendo casomai qualche passo in più per munirsi dello stretto necessario oppure farsi arrivare tutto a casa ma riducendo gli scambi relazionali fino a correre il rischio di “imbottirsi di psicofarmaci” per combattere la solitudine?
Ernesto Albanello