Il Valore dell’Onestà! Secondo Marco Tullio Giordana

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Il problema dell’essere onesti è che a volte non è conveniente. Beviamo un goccetto di più, ci mettiamo in macchina, una pattuglia ci ferma, l’agente in servizio ci chiede se stiamo bene e allora con calma serafica e una recitazione che neanche Robert De Niro annuiamo con la testa ciondolante e rispondiamo: “Certo, signore. Benissimo. Come al solito non ho bevuto perché dovevo accompagnare i miei amici alcolizzati a casa. Io invece sono fresco come una rosa. Se volete faccio la foca o mi metto con un ginocchio all’insù”

Mangiamo in un ristorante un po’ caro e stranamente alla cassa dimenticano di quel piatto in più che abbiamo ordinato un po’ dopo. Ci chiedono se manchi qualcosa al conto finale da pagare e con una faccia tosta che neanche il miglior Ugo Tognazzi rispondiamo: “No, c’è tutto, c’è proprio tutto. Tutto buonissimo, eh, sicuramente torneremo”

Siamo in bici e c’è quel senso unico che ci porta a casa in molto meno tempo. Sappiamo che non possiamo percorrerlo in senso opposto eppure lo facciamo. E quando la sciura ci becca nel fattaccio e sputacchiando ci dice che stiamo andando contromano, noi rispondiamo “Oddio, mi scusi non l’avevo visto”

Dai, quante volte vi sarà capitato di infrangere qualche regola, se non addirittura di nascondere quella cosuccia stupida e quasi insignificante (stupida solo ai vostri occhi, magari per la legge quella cosuccia rappresenta una multa di centinaia di euro) senza che nessuno sapesse nulla? 

L’italiano in questo è maestro. Perché? 

Potremmo rispondere a questa domanda in tanti modi. Probabilmente, però, è la storia a fornirci un report sociale attendibile: l’Italia si è unita tardi, siamo in fin dei conti una nazione molto giovane, il risultato di diverse dominazioni e diverse culture che a un certo punto si sono trovate magicamente insieme. Oddio, più che magicamente potremmo dire Garibaldinamente. A differenza di molti altri popoli e posti nel mondo, l’italiano è estremamente diffidente nei confronti di chi lo governa. 

Siamo uno dei Paesi più instabili se parliamo di politica: casca un governo ogni 3X2! 

Siamo un popolo che ha subito diverse dominazioni e nessuna di queste ci ha veramente convinto. Chi ci ha governato ci ha spesso deluso. Va da sé che le regole non diventano più una linea per guidare un popolo ma una strategia per fregare il proprio popolo. Questo è il pensiero di tanti. Chi fa le leggi in realtà mi vuole fregare, quindi io frego prima che mi freghino gli altri, pensiamo. 

Poi sono arrivati gli anni del ventennio fascista, conclusosi nel peggiore dei modi con Benito Mussolini appeso a Piazzale Loreto. Passano gli anni e a Sud il problema mafia non è ancora risolto. La diffidenza, in certe città remote della nostra penisola, è diventata uno status quo. Da non confondere con l’ospitalità tipica di quasi ogni regione del nostro meraviglioso ed unico Paese. 

Quindi, la storia ci suggerisce che l’italiano è diffidente per natura. Un po’ perché non crede più nelle leggi e un po’ perché non crede più nelle istituzioni. 

È un discorso quasi inconscio, è una roba di cui non ci rendiamo conto senza soffermarci un attimo a pensare. 

Eppure, se riuscissimo a colmare questo enorme gap, sanno tutti che saremmo il miglior Paese al mondo. 

Peccato che i problemi veri come mafia, corruzione, criminalità, non siano affatto sconfitti. Anzi. 

Da un punto di vista cinematografico ci sono tanti film che per gli italiani sono come un grido, un manifesto dell’onestà, della lealtà, della verità. Ad esempio “I Cento Passi” di Marco Tullio Giordana, è un film indelebile per gli italiani. Uno schiaffo, un pugno magistralmente interpretato da Luigi Lo Cascio. Giordana è anche il regista di “La meglio gioventù”, capolavoro vincitore del 1° premio al Festival di Cannes 2003.

Ecco, se vogliamo riscoprire il valore dell’onestà, la filmografia del maestro Marco Tullio Giordana è come uno specchio, per gli italiani. Il regista affronta tematiche, mondi ed epoche totalmente diverse tra un film e un altro (con un’incursione anche nel periodo fascista con “Sangue Pazzo”). Minimo comune denominatore di ogni pellicola è una cinematografia onesta, sincera, senza strani ghirigori, che punta tutto sulla recitazione e sulla storia. Spesso è una storia vera.

Giordana, con i suoi film, fa riflettere e ci fa capire perché siamo ciò che siamo. 

Con… Onestà.

Buona visione. 

Marco Cassini

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