Il Risveglio

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Con l’arrivo della primavera anche la nostra vita quotidiana subisce delle modifiche. La stagione più calda porta con se una serie di benefici, tra cui una maggiore esposizione alla luce solare e temperature più miti.  

Ogni essere umano, per sua natura, accoglie inconsciamente il processo di evoluzione, e non soltanto secondo un’ottica darwiniana, ma come una vera e propria reazione ad eventi/elementi esterni. I sentimenti che proviamo, le nostre percezioni, i nostri comportamenti ed i nostri desideri sono frutto di un incessante processo di cambiamento che avviene interiormente. Ogni essere umano attraversa degli “stadi” di evoluzione e mutamento che lo accompagnano in tutte le fasi della vita, ed alcuni di questi cambiamenti sono più prevedibili e manifesti, altri molto più celati e nascosti. In ogni momento, ogni singolo secondo, attraversiamo una (seppur minima) fase di cambiamento, uno stage nuovo della nostra esistenza, come se percorressimo una rampa composta da scale (sia a salire che a scendere) talmente piccole da confondersi con una normale pavimentazione. 

Per secoli i poeti hanno scritto degli effetti della primavera ed è risaputo che il suo arrivo coincide con il risveglio dei sensi.  Secondo i biologi evoluzionisti, i nostri corpi sono programmati proprio per essere più attivi quando il livello di ormoni cambia all’aumentare della luce, la primavera significa ricevere il buongiorno, al primo albeggiare, da un meraviglioso coro di uccelli. Con i loro canti vi regalano un concerto, un’armonia incredibile di suoni. Quale modo migliore per svegliarsi la mattina! Oppure immaginatevi di sedervi in mezzo al bosco sotto ad un maestoso abete, chiudere gli occhi ed ascoltare il suono imponente dell’acqua che, con lo scioglimento della neve e dei ghiacci, scende carica e piena, camminare a fianco di immense distese di prati, e sentire in tutta la sua eleganza l’orchestra dei grilli: eh già, proprio loro, musicisti timorosi e perennemente nascosti, che regalano una meravigliosa melodia. Secondo la medicina cinese, dopo la quiete e il riposo invernale arriva la primavera, stagione in cui non solo spuntano i germogli e fioriscono le piante ma anche le persone respirano una nuova energia. Da ottobre gran parte delle nostre attività sono sospese ma abbiamo scelto di focalizzarci su di noi, sui nostri intenti, sulle possibilità che questo periodo di sospensione ci ha regalato, per riappropriarci della nostra vita e focalizzare in modo più preciso e fortificato quella che è la nostra missione, cambiamento deve partire da noi, attraverso una gentile e pacifica osservazione delle ombre, permettendoci poi di avere gli strumenti per valutarla su più ampia scala e comprendere che ogni cosa è esattamente al giusto posto visto la strada che l’ha condotta ad essere tale. Questo per dire e sottolineare che non esiste un giusto e uno sbagliato, se non dalla mente razionale che filtra un messaggio osservato da semplici occhi fisici ma che in un contesto più ampio faticano ad osservare perché la Vita è più vasta di ciò che possiamo cogliere coi sensi e tutto ciò che è qui ora era destinato ad essere. C’è un potenziale in tutte le cose e anche ciò che vediamo come manifesto nasce da una sorgente di potenziale che in base alla modalità di gestione e/o dagli occhi di chi osserva, può apparire meraviglioso quanto devastante  potenziale che possiamo ritrovare nella simbologia del seme che un giorno sceglie di svegliarsi dal torpore invernale, prendendo il coraggio di svelarsi nella meraviglia della vita, cosi anche l’uomo sente il bisogno di rinnovarsi, di tornare a sentire la vita che lo riempie.   Dentro ognuno di noi è presente una fonte inesauribile di energia positiva, e intorno a noi la stessa forza pulsa senza mai esaurirsi nella natura. È l’energia della vita, una corrente piena di possibilità che va incanalata, indirizzata verso la creatività, l’amore, le relazioni, l’amicizia. Spesso questa energia va sprecata in rabbia, in invidia, in litigi, in pigrizia: quando accade alla fine della giornata ci si sente esausti senza aver concluso nulla di produttivo, e soprattutto senza alcuna soddisfazione, invece è necessario  sfruttare questa energia in positivo,  intensificarla,  farla fruttare per renderla capace di portare sublimi momenti di amicizia, cooperazione, aiuto reciproco, gioia,   questa energia che è  un potere che fluisce come l’acqua di un torrente, portando con sé un ininterrotto flusso di benessere, idee, progetti. 

Dunque, la Primavera è la stagione della nuova energia, concetto che “veste a misura” su tutte le opportunità per la crescita interiore di ciascuno di noi. Trovare la propria forza è il miglior modo per porsi nella quotidianità recitando lo stesso ruolo che ha un motore che va a pieni giri: è il traino di emozioni, gioie ma anche riflessioni che nascono “dentro” per essere poi condivise. In una delle sue più celebri frasi, Gandhi disse che: «un uomo può uccidere un fiore, due fiori, tre… Ma non potrà mai uccidere la Primavera». L’equinozio primaverile che con i suoi profumi ed i suoi colori penetra nelle case sigillate e addolcisce i giorni trascorsi dietro i vetri delle finestre di casa. E’ la natura che, ignara, fa il suo corso. In Giappone la primavera coincide con l’hanami, una festa millenaria in cui si registra la fioritura del ciliegio. La fioritura dei ciliegi è da sempre vista come segno premonitore della ricchezza della raccolta del riso, come auspicio di prosperità. In Italia abbiamo un’altra leggenda il cui significato è simile a quello che appartiene al Giappone, quella del mandorlo in fiore che ha le sue origini in Sicilia,  e la fioritura del mandorlo rappresenta un segno di promessa, di rinascita e di speranza, quindi  il ruolo della primavera è sempre stato riconosciuto come fondamentale, fin dall’antichità: nel mondo latino ad esempio, la primavera era personificata dalla dea Flora, che per l’appunto era dea della fertilità, che con la sua essenza vitale regolava lo sbocciare dei fiori e il nascere della nuova vegetazione.

Così come gli antichi romani, quasi tutti gli altri popoli dell’antichità (tra cui Celti, Greci ed Egizi) riconoscevano nell’equinozio primaverile un simbolo di fertilità, rinascita e prosperità.

Un cambiamento che arriva a modificare la nostra percezione del mondo che ci circonda, coinvolgendo tutti i nostri sensi oltre a essere una fase molto importante nel ciclo annuale per qualsiasi essere vivente, corrisponde anche a uno stato mentale: dentro ogni essere umano sorge all’inizio della bella stagione un sentimento di speranza, positività e propensione al cambiamento.

La necessità di venire in contro a questa rinascita naturale non è dettata solo dalla nostra biologia, ma anche dalla voglia insita di novità, lasciando dietro di noi tutto ciò che fino a questo momento ha reso la nostra vita fredda e arida. La primavera è rinascita verso nuovi orizzonti e si accompagna atavicamente all’idea della rinascita, della speranza e di attesa di ciò che è novello e dell’avvento delle cose belle che speriamo di veder arrivare. 

Insomma, questo giorno da millenni ci ricorda che dopo il buio e il freddo dell’inverno, torna sempre il sole, quindi quale miglior momento per far risplendere anche in noi, quella luce che a volte, tendiamo un po’ a spegnere e soprattutto per esempio regalare il proprio il tempo allo stesso modo di come quando si gettano via le briciole agli uccellini, non fare altro che camminare e parlare. E ricominciare a ridere, a ritrovare il piacere puro delle persone, dell’umanità, di tutto ciò che è profondamente diverso da me, e che riesco ad amare lo stesso e a trovare affascinante. Istanti di “normalità” che da un momento all’altro potrebbero esserti negati senza che si possa far nulla per impedirlo…Istanti di “normalità” che valgono più dell’oro e che troppo spesso si sottovalutano… E’ assolutamente indispensabile cogliere l’armonia di tutto ciò che ci circonda. Lasciare tutte le certezze per addentrarsi nell’ignoto, laddove, fino a quel momento, i presunti limiti avevano tracciato un netto, invalicabile confine, è solo la decisione di prendere il coraggio a quattro mani e staccare i piedi da terra e scoprire che basta aprire le braccia, e spalancare il cuore per volare, finalmente libero, o libera di godere il volo rifiorire come i germogli che si dischiudono al brillar del sole. Siamo al risveglio di una nuova esistenza, di un nuovo modo di vivere, e il risveglio, come sempre, è un invito. Spetta a noi dare le risposte non tanto a parole, non solo nei pensieri, ma soprattutto nelle pratiche quotidiane e   qualcosa cambia e proprio non si può ignorare la cosa. Si ha un turbine dentro che non si riesce più a controllare dobbiamo guardare la natura come modello della persona umana: quello che succede all’esterno avviene anche all’interno, dentro noi e germogli interiori vanno supportati e “innaffiati” ogni giorno.  

Maria Ragionieri

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