“È una questione di formalità, non studio, non lavoro, non guardo la tv, non vado al cinema, non faccio sport. È una questione di qualità, io sto bene, io sto male, una formalità”, cantava qualche tempo fa il grande Lindo Ferretti, ritenendo di poter decidere come stare, cosa pensare e soprattutto cosa fare.
Credo che da oggi il limite intelligenza umana/consapevolezza umana/intelligenza artificiale sia quasi completamente scomparso. Con l’avvento di Gpt-4 saremo obbligati a smettere di ragionare, di scegliere, di progettare e quindi in qualche modo anche di pensare.
La versione 4, molto più potente dell’attuale Gpt-3, è in grado di usare un repertorio di informazioni molto più ampio; è molto più precisa, è in grado di analizzare immagini e rispondere a domande collegate. Basta mostrargli una foto del tuo frigorifero e in pochi istanti avrai la ricetta giusta per preparare la tua cena!
Allora, guardandoci in uno specchio, ci diciamo convinti che a noi rimane una delle doti più difficili da implementare per un sistema di AI, la nostra creatività, la capacità di poter scegliere liberamente, pur ammettendo che Gpt-4 ha raggiunto un livello di “creatività” inimmaginabile, dovuto all’enorme quantità di dati elaborati nell’unita di tempo, tanto da sembrare più creativo e pensante di noi. Ma non possiamo negare che tutto ciò contribuisce ad aumentare la consapevolezza del potenziale d’errore della nostra mente umana e il disagio che ce ne deriva.
Per il momento la nuova versione è disponibile solo a pagamento (Gpt 3.5) o per pochi eletti, che hanno avuto l’onore di provarla, ma pare che per fine marzo sarà resa disponibile gratuitamente.
Ecco alcune funzioni:
– funzionalità multimodale: accetta immagini e testo come input per generare testi e codici;
– capacità di “ragionamento” più elevato, rispetto a ChatGPT;
– contesto di 25.000 parole: È possibile inserire interi documenti in un singolo prompt (8 volte di più
rispetto a ChatGPT);
– più creativo e collaborativo: generare, modificare e interagire con gli utenti su compiti di scrittura;
– personalizzabile: è possibile stabilire lo stile di scrittura della propria AI, ad esempio: “sei un tutor
che risponde sempre in stile socratico”;
– protocolli di sicurezza migliorati: riduzione dell’82% delle risposte ai contenuti non ammessi,
rispetto a GPT-3.5.
Facciamo alcuni esempi:
Trasforma uno schizzo fatto su carta in un’applicazione o in un sito web completamente funzionante.
Costruisce un videogioco funzionante in pochi minuti.
È in grado di superare l’esame di abilitazione alla professione forense con un punteggio del 10%.
Un imprenditore, all’inizio e per gioco, ha messo a disposizione 100$ da investire ed ha chiesto a Gpt-4 come investirli nel modo migliore: si è ritrovato un sito web che ha fatturato subito ben 25.000$.
Ad oggi l’unica cosa che potrebbe consolarci è che GPt-4 è uno strumento potente, ma solo se sapremo usarlo in modo efficace e forse questa è per adesso l’unica cosa che lo rende meno umano e più accettabile: uno strumento al servizio dell’uomo e non il contrario.
Un’ultima considerazione, da non sottovalutare, è che Gpt-4 viene eseguito in cloud e non sui nostri computer, quindi i suoi limiti potranno essere facilmente superati anche solo aumentando le prestazioni fisiche dei server che lo ospitano. Uno scenario apocalittico, dove la macchina genererà se stessa non è poi così lontano…
Francesco Guerrieri
Innovation Manager – Direttore Agenzia Formativa – DPO | omniasoft.it