Un passaparola utile al “marketing virale”
Recentemente ho letto che Amazon ha presentato una denuncia penale per recensioni false, e subito la mia mente ha disegnato una nuvoletta sopra la mia testa.
Come si costruisce un buon libro?
Con le parole ovviamente, le stesse che affollano la mia nuvoletta stile fumetto.
Con le idee che zampillano dall’immaginazione, creando pensieri, realizzando storie.
Con lo studio che perfeziona i talenti.
Un buon libro si costruisce con un’ottima azione di marketing, lo sanno bene gli uffici stampa del settore, e dunque, anche con le recensioni, positive… Ma quest’ultima affermazione, direte voi, non è sinonimo di qualità. Certo che non lo è, tuttavia la speculazione regna anche lì. Le Case Editrici sono aziende, e come tali risentono dell’influsso, ma soprattutto del potere, della domanda. Ti offro ciò che mi domandi ma, non solo, faccio in modo che tu mi chieda esattamente ciò che voglio offrirti. È una necessità, è un circolo vizioso; per pubblicare nuovi libri bisogna vendere e per vendere non si può attendere il tortuoso cammino del passaparola, a meno che non diventi un rapido “marketing virale”. La parola deve girare velocemente, così anche l’autore del libro deve spingere le vendite, soprattutto se non è un nome noto. In sintesi, devi imparare a vendere te stesso!
“La maggior parte di quelli che oggi comprano i libri non sono lettori”, dice Alessandro Baricco nel suo Saggio sulla mutazione – I barbari, un libro che prova a comprendere come pensa e sente il mondo, perché il mondo ha un’anima. Ce l’ha? I barbari di cui parla, no, non ce l’hanno, e sono quelli che avanzano saccheggiando, distruggendo. Non arrivano con carri armati, non hanno armi, ma branchie dietro le orecchie, sono i mutanti, una specie nuova di uomini. Quel che tenta di spiegare Baricco, analizzando anche il settore Libri, è che <<nonostante le apparenze, contrapporre un’editoria di qualità del passato a un’editoria commerciale del presente è un modo inesatto di porre i termini della questione. In realtà sembrerebbe più plausibile ammettere che l’editoria si è sempre spinta fino ai limiti possibili della commercializzazione, con l’istinto che qualsiasi gesto ha di abitare tutto il terreno disponibile. Quello che possiamo registrare è che, in una certa contingenza storica, e in un certo panorama sociale, un’editoria costretta alla piccola dimensione da precisi blocchi sociali ha espresso una qualità (di prodotti, di modi) che era l’espressione esatta dei bisogni della microcomunità a cui si rivolgeva>>.
In un mondo dove la forma dello spettacolo è divenuta essenziale, partendo dai selfie, passando poi per i talk show e i video brevi di Tik Tok, siamo giunti rapidamente sui social, una forma di moderni anfiteatri. In questo spazio infinito sono fioriti gli influencer, che a mio avviso sono gli attuali mutanti. Baricco mi ha insegnato a riconoscerli, mi ha dato un metodo, quello della velocità, della spinta, del saccheggio, che tuttavia non è un vero e proprio svuotamento.
È così che sono nati nuovi fiori, e per tornare ai libri: nuovi lettori che comprano solo il libro dell’attore o dell’influencer, ma è spuntata pure qualche erbaccia, come le false recensioni, fomentate, forse, da quella richiesta di spingere.
Alessandra De Angelis