Il sapere ci rende liberi e forti
Le sfide a cui la nostra società è chiamata a rispondere oggi sono sempre più complesse e richiedono nuovi approcci e nuove strategie. Bisogna dunque chiedersi: oltre alle conoscenze di base – come italiano, matematica e scienze -, gli studenti hanno bisogno di acquisire nuove competenze, come ad esempio pensiero critico, empatia. Le future generazioni devono essere sempre più coinvolte nella progettazione della loro esperienza educativa, in modo da poter scoprire le proprie inclinazioni, costruire la propria individualità, acquisire nuove abilità. La grande sfida che il mondo scolastico deve affrontare oggi consiste dunque nel fornire a tutti i suoi attori, studenti, insegnanti, genitori, esperti educatori gli strumenti necessari per costruire insieme un sistema educativo migliore, pronto a rispondere alle sfide del 21esimo secolo. Gli attuali modelli educativi sono in grado di fornire alle generazioni future gli strumenti adeguati per affrontare livelli di complessità in continua crescita? Oggi più che mai, la nostra società sta sperimentando una crescente complessità di sfide da dover affrontare, causate da trasformazioni multilivello. Basti pensare alle rapide innovazioni tecnologiche (come l’avvento dell’intelligenza artificiale, dei computer quantistici, delle block chains, ai cambiamenti geo-politici, come la Brexit e le sue conseguenze, alle trasformazioni ambientali, come la crisi climatica, oppure a quelle socio-economiche, come la povertà dilagante nei paesi in via di sviluppo o l’avvento della generazione e delle sue necessità digitali. Risulta dunque evidente come la complessità delle sfide a cui siamo costantemente chiamati a rispondere sia strettamente connessa alle logiche evolutive: man mano che come esseri umani cresciamo e cambiamo, siamo spinti ad imparare nuove abilità, acquisire nuove competenze e adottare nuovi punti di vista per affrontare i problemi. Ed è così che buona parte della popolazione mondiale rimane completamente esclusa da un sistema pieno di barriere ed ostacoli verso quello che dovrebbe essere un diritto fondamentale di ogni essere umano: essere istruito, avere accesso ad una formazione di qualità per prendere decisioni consapevoli, essere aperto alle novità ed inclusivo nei confronti del prossimo. Per preparare i giovani ai mestieri del futuro occorre investire in nuove competenze, come la digitalizzazione, il lavoro di gruppo, l’attenzione all’empatia e alle relazioni sociali. In questo scenario così articolato, costituito da rapporti ed interessi economici, esigenze da conciliare e obiettivi da raggiungere, appare necessaria la definizione di strategie e approcci innovativi. Quando si parla di innovazione in ambito scolastico, non ci si riferisce soltanto alla digitalizzazione della didattica, ma anche all’introduzione di nuovi metodi di insegnamento, alla creazione di nuove reti collaborative tra gli attori della scuola, alla costituzione di nuovi spazi per l’apprendimento, lo scambio e la crescita multilivello. Numerose scuole su scala mondiale hanno già, da diversi anni, intrapreso un profondo processo di rimodellamento e di miglioramento dell’offerta formativa, come ad esempio la Blue School di New York, la Steve Jobs School di Amsterdam.
Lo scenario delineato fino ad ora mostra quanto la “seconda rivoluzione educativa” sia un fenomeno di massima priorità. L’obiettivo di progettare un’esperienza educativa di valore non solo per gli studenti del futuro, ma anche per l’intera comunità scolastica: l’educazione è, infatti, un “fatto collettivo”, ed è responsabilità di tutti fornire alle generazioni presenti gli strumenti necessari per poter affrontare al meglio le sfide di crescente complessità proposte dalla società del 21esimo secolo.
Maria Ragionieri