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Di paura, in paura: come avvelenare il quieto tramonto della vita

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Di paura, in paura: come avvelenare il quieto tramonto della vita

A volte, guardare al presente con attenzione, aprirsi all’ascolto e all’apprendimento con piena accoglienza dei sensi e dell’intelletto, lottare con i pregiudizi e i pareri preconfezionati da “portatori di interessi” lontani da noi, ci aiuta a ricostruire anche il pensiero consolidato, basato su fatti passati e storici che, all’epoca, avevamo “archiviato” secondo una certa chiave di lettura e di comprensione della realtà. Così, nell’odierno quadro storico, tratteggiato fin dalla fine del 2019 dai colori cupi della paura (Covid-19) e riempito, poi, di pennellate di orrore ispirate da parole e concetti in crescendo quali emergenza sanitaria, epidemia e pandemia, l’apocalisse nucleare conseguente allo scoppio di una Terza Guerra Mondiale, “propagandata H24” sempre dai soliti predicatori di sventura, chiude il cerchio del terrore (o del terrorismo?) che sembra caratterizzerà il “tanto auspicato” nuovo ordine mondiale. 

Del resto, guardando a queste “paure tangibili” che ci vengono propinate in continuazione (che altrimenti non sarebbero così tangibili), capaci di fare leva sul nostro “cervello ancestrale”, non si può fare a meno di guardare al passato e rileggerlo come un periodo che potremmo considerare propedeutico all’epoca contemporanea. Infatti, abbiamo vissuto una sequela di periodi caratterizzati da “spauracchi”, utili a giustificare decisioni politiche, prese di posizione, persino conflitti preventivi ed esportazioni di democrazia “un tanto al chilo” (anche di tritolo, a volte). C’è stato il “pericolo rosso” dopo la Seconda Guerra Mondiale, lo “spauracchio” del ritorno del fascismo (invocato più di una “Santa Maria” in un rosario, nel corso di 60 anni di Repubblica), la “minaccia” nucleare sfociata nella Guerra Fredda tra USA-URSS, arrivando poi alle armi di distruzione di massa che avrebbe avuto in IRAQ il terribile Saddam Hussein (armi che neanche a “Chi l’ha visto?” sono ancora riusciti a trovare), le “follie” del dittatore Gheddafi e molto molto altro ancora. Ci ha fatto paura perfino il MILLENNIUM BUG, un problema informatico che avrebbe dovuto creare “confusione” tra le date del 1900 e quelle del 2000 con ripercussioni inimmaginabili sulla vita quotidiana di ogni essere vivente del pianeta, ovviamente insieme alla classica fine del mondo prevista in concomitanza con ogni fine millennio, e non solo (tipo, i Maya ai quali non piacevano gli anni tondi e per questo l’avevano spostata al 21/12/2012!).

Insomma, dagli stregoni antidiluviani, ai sacerdoti degli dei dell’antichità, fino ai papi, arcivescovi e affini, capaci di condannare alla dannazione eterna i destinatari delle loro maledizioni, “terrorizzare” il prossimo, per tenerlo per le… tonsille, è sempre stato uno sport diffuso e molto praticato. Da altri uomini avvezzi, e addestrati, a usare ogni mezzo per dominare, assoggettare e asservire i propri simili. È cosa insita nella natura umana, certo. Ma, di giorno in giorno, qualcuno alza la posta portando il livello del terrore verso paure sempre più concrete e aleatorie al tempo stesso, affinché per quanto ci si senta in salute o distanti dall’Ucraina, nessuno si possa sentire immune o al sicuro dalla morte incombente. Nemmeno chi, come noi, l’appuntamento con la morte ce l’ha già, più o meno, fissato a breve (altro che godersi la pensione in serenità!).

Alvise Brugnaro

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