La morte della monarca inglese porta un vuoto nei nostri cuori
Che dolore aver appreso della morte di Queen Elizabeth. La Regina del Regno Unito era un po’ la Regina di tutti noi. Una vita dedicata al senso del dovere, Elisabetta ha sacrificato parecchio della sua esistenza. Ha messo sempre e comunque al primo posto la Corona, anteponendola a tutto. Elisabetta, che da poco aveva festeggiato 70 anni di Regno, il più longevo della storia britannica, seconda sola al Re Sole, era per noi una figura amorevole e rassicurante, garanzia di una eternità assoluta. Finché c’era lei ci sentivamo rassicurati da qualsiasi sciagura, ed ora d’improvviso ci sentiamo così tristi e soli. Con lei se ne va un’icona del Novecento.
Elisabetta si trovava in Kenya il 6 febbraio del 1952 quando venne infornata della morte del padre, il Re Giorgio VI. Aveva solo venticinque anni quando la sua vita cambiò per sempre, abbandonò le vesti di Reale per abbracciare quelle di Regina. Al suo fianco il Principe Filippo, l’amore della sua vita, colui che le seppe stare un passo indietro in pubblico, ma uno in avanti in famiglia.
La Regina nel corso della sua vita ha incontrato tutti i politici del mondo, compresi sette papi, dieci presidenti sovietici e russi, tra cui Putin e Gorbaciov, i presidenti americani da Truman in poi, icone come Nelson Mandela e dittatori, da Tito a Nicolae Ceausescu.
Cavalli e corgi sono state le grandi passioni di Elisabetta II. Sin da giovanissima la Regina era amante dell’equitazione, passione che ha passato alla figlia Anna e alla nipote Zara Phillips, grande campionessa.
I suoi cagnolini sono stati la sua compagnia per anni, sempre felici di scodinzolare durante gli incontri ufficiali tra capi di stato. Un altro grande amore di Elisabetta era la vita agreste di campagna.
Tanto che, ben lontana dai fasti delle mille stanze di Buckingham Palace, Elisabetta si è sempre rifugiata nella tenuta di Sandrigham, così come in quella di Balmoral in Scozia, proprio dove ci ha lasciato l’8 settembre 2022.
Eri già Storia, ora sei Leggenda.
Elena Parmegiani