Un Natale speciale con Il Mio Labrador

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L’Associazione di educazione cinofila accanto alle persone con disabilità

Per alcune famiglie sarà un Natale davvero speciale perché nella loro vita sta per entrare un labrador pronto a diventare l’amico fedele con cui percorrere una nuova strada insieme. 

Questo dono è stato reso possibile grazie all’Associazione di educazione cinofila “Il Mio Labrador” con sede nelle Marche, che si occupa dell’addestramento di cani di razza Labrador Retriever e non solo, per renderli cani da assistenza per persone con disabilità motorie e psichiche. Nata nel 2014, l’Associazione ha referenti praticamente in tutta Italia e ha consegnato oltre 70 cani alle persone che ne hanno fatto richiesta. 

Il cane non è solo un amico ma anche una guida, un compagno capace di assistere i piccoli ma fondamentali compiti quotidiani come aprire degli sportelli o svestirsi, operazioni difficili per chi convive con una disabilità psichica o motoria. Il supporto però può essere anche di altro tipo, come quello offerto a chi ha disturbi dello spettro autistico.

Il percorso delle famiglie che si apprestano a vivere una nuova vita con l’arrivo dei cuccioli, sarà scandito da complicità, autonomia e la certezza di avere un aiuto solido. Chi sceglie di intraprendere questo cammino sa che non sarà immediato né semplice. Le liste d’attesa sono molto lunghe e, il quadro normativo attuale, non favorisce le cose perché è obsoleto e lacunoso. Quando si inquadra il settore, la conoscenza media si ferma ai cani di accompagnamento per ciechi. L’unica legge risale al 1974, si sta lavorando affinché venga modificata e vengano inclusi nella normativa anche i cani per disabilità motoria e i cani da supporto per le disabilità cognitive. 

Andrea Zenobi, Presidente de Il mio Labrador ha detto: “Finora abbiamo soddisfatto le richieste di molte famiglie provenienti da tutta Italia affidando oltre 70 cani. Quest’anno sono stati consegnati circa 20 cuccioli e, ne abbiamo già 30 prenotati per il 2023 e parte del 2024. I nostri cani sono una estensione della persona laddove non autosufficiente a compiere gesti quotidiani come aprire e chiudere, cassetti, porte, lavatrici; accendere e spegnere gli interruttori della luce, raccogliere oggetti da terra.  Per quanto riguarda la sfera della disabilità psichica, con particolare riferimento ai disturbi dello spettro autistico, diventano insostituibili compagni di gioco e di vita”. 

Come avviene il percorso che trasforma il labrador in un cane da assistenza?

“Il percorso dura in genere parecchio tempo, almeno due anni: i cani vengono acquistati da 3-4 allevamenti selezionati (è molto importante conoscere le caratteristiche caratteriali dei genitori) e poi vengono istruiti, prima all’interno dell’associazione, poi presso la famiglia che ne fa richiesta. Quelli destinati a persone con disabilità motorie – prosegue il Presidente Zenobi –  hanno bisogno di acquisire diverse competenze tecniche, perché poi devono essere in grado di aprire porte, cassetti, addirittura lavatrici. 

Quelli invece a “supporto emotivo” abbisognano di maggiori affinità relazionali con la persona assistita (nel 95% dei casi autistica) e pertanto passano la maggior parte dell’iter formativo già in famiglia.  Il percorso formativo di questi cani dura all’incirca due anni e tutte le spese riguardanti l’acquisto del cucciolo da allevatori selezionati, l’addestramento, la cura, il sostentamento e le spese veterinarie sono a totale carico dell’Associazione che non riceve alcun tipo di sovvenzione da Enti pubblici. 

Una volta entrato nella famiglia di adozione, il cane è interamente a carico della stessa. Per questo è importante proseguire nell’impegno affinché la normativa venga modificata e adeguata alle necessità delle famiglie, perché le richieste sono in costante aumento”.

Quali sono le cose più urgenti da cambiare affinché altre famiglie come quelle che riceveranno i cuccioli questo Natale, possano vivere la stessa opportunità?

“È in primis necessario un riconoscimento legislativo, proprio come avviene per i cani per ciechi, che si estenda alle figure professionali che si occupano della loro educazione. C’è poi l’aspetto economico. Le realtà come “Il mio Labrador” chiedono un piccolo rimborso spese alle famiglie, nel 90% dei casi insufficiente a coprire gli effettivi costi. 

L’obiettivo è allora quello di un supporto economico pubblico e privato, in modo tale da finanziare le associazioni del campo e permettere la fornitura gratuita dei cani stessi alle famiglie bisognose. Non meno importanti sono anche l’implementazione delle collaborazioni con le équipe medico sanitarie che si occupano di disabilità e il reperimento di testimonial che permettano di diffondere ancora di più e meglio le esigenze di questo settore”.

In foto: il Presidente de Il mio Labrador, Andrea Zenobi con  Elmo, il labrador che andrà in Calabria esattamente a Paola (CS) da un bambino di 7 anni e mezzo diagnosticato nello spettro autistico.

Cristina Mignini

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