Mollo tutto e faccio il pastore

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Al via il progetto Il pastore 4.0

Circa 2000 ragazzi in Italia scelgono di tornare a uno dei mestieri che per molto tempo è stato considerato poco appetibile perché faticoso e poco moderno: quello del pastore. Coldiretti certifica la riscoperta di un lavoro antico che oggi viene svolto coniugando la circolarità del settore alla tecnica del saper fare. 

Sono in prevalenza i giovani e le donne a scegliere di tornare a fare i pastori, dando continuità a un patrimonio di 7 milioni e 200mila pecore (in aumento di 200mila unità rispetto al 2011), salvando dall’estinzione 38 razze che risultavano a rischio, dando una spinta al settore del formaggio che in Italia vale prodotti per 60 milioni di chili l’anno, dei quali la metà con il marchio dop (dati Coldiretti).

Sarà la vita all’aria aperta, il fascino della transumanza, ma per soddisfare le richieste, aumentano anche le scuole dove si impara questo mestiere. Sulla base di un progetto del Consiglio per la ricerca in Agricoltura, insieme alle università di Torino, Sassari e del Molise, è nata la “Scuola Nazionale della Pastorizia”.

Con il doppio obiettivo di creare una nuova figura professionale da un antico mestiere e coinvolgere le nuove generazioni e rilanciare le aree montane è nato il progetto Il pastore 4.0, fortemente voluto da Cia e realizzato di concerto con Inps e Regione Calabria da replicare su tutto il territorio nazionale, ovvero un corso di formazione ad hoc di due anni, teorico e pratico, per far nascere nuove figure specializzate e digitalizzate. 

Futuri pastori qualificati e più ‘smart’ grazie all’uso delle nuove tecnologie, a partire da Gps e droni per controllare posizione e movimenti del gregge al pascolo e per monitorare quotidianamente il benessere animale fino ai pannelli fotovoltaici sulle stalle per ridurre le bollette energetiche. Scopo ultimo modernizzare il settore, renderlo più redditizio e appetibile per i giovani, nonché rivitalizzare le aree montane che scontano un progressivo spopolamento.

La pastorizia, ricchezza dell’agroalimentare made in Italy diventa volano dei servizi quali agriturismo, il bed and breakfast, food experience, creando un sistema virtuoso ed efficace di economia circolare.

Tra i tanti giovani che hanno cambiato le proprie abitudini comode e omologate per questa scelta green, anche l’ex modella Daniela Pasinetti che, con il marito Davide Bortoluzzi ha costruito una stalla nella conca di Alpago, in provincia di Belluno, in Veneto. Prima solo pascolo vagante, poi ha dichiarato l’ex modella «andavamo in giro con le pecore, sempre fuori, facendo transumanza dalla pianura alla montagna. Adoriamo stare in libertà il più possibile, amiamo la natura, vedere gli animali liberi. Poi abbiamo avuto l’idea di costruire una stalla, in Alpago, provincia di Belluno, dove abitava Davide. Abbiamo cominciato a produrre con una tecnica di lavorazione propria della mia Regione, il Piemonte, un formaggio più delicato rispetto a un classico pecorino. Facciamo anche il caprino». Dalle passerelle, la scelta radicale di allevare un gregge e produrre formaggi sembra aver soddisfatto nuove prospettive di vita per questa coppia che non è l’unico caso tra i giovani. 

Cristina Mignini

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