Le automobili del Presidente

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Il tema che in questi giorni catalizza di più l’attenzione dei media è certamente l‘elezione del Presidente della Repubblica, il massimo garante della nostra Costituzione. Ovviamente in questo consesso non mi soffermerò su nomi e scenari vari, ma parlerò delle vetture di rappresentanza che hanno accompagnato questi personaggi nella storia della nostra Repubblica.

Partiamo da un assunto (non scontato): il Presidente ha sempre viaggiato esclusivamente con vetture di marchi italiani, ma uno di questi mezzi era stato prodotto al di là dell’Oceano Atlantico. Infatti la Lancia Thema donata nel 2012 a Napolitano dal compianto Sergio Marchionne era in effetti una Chrysler 300C marchiata Lancia (e con finiture adeguate al nuovo marchio), ma prodotta in Canada per conto della consociata americana della FIAT. Ci sono altre rare eccezioni (qualche sporadico utilizzo di Audi A8, come in questi giorni con Mattarella a Palermo in visita privata), ma mai in occasioni ufficiali.

Detto ciò, facciamo una disamina, in ordine rigorosamente alfabetico, della presenza dei marchi italiani all’interno del cortile del Quirinale:

Alfa Romeo. Le vetture di questo marchio fondamentalmente sono state usate dai servizi della Presidenza, ma solo in poche occasioni direttamente dal Presidente stesso: solo Cossiga ha usato qualche volta una 164. E sì che ci sono state ammiraglie milanesi, come l’Alfa 6 o la 164 stessa, assolutamente in linea con lo standing richiesto, ma nella pratica sono state poco viste da quelle parti.

Fiat. La prima vettura di rappresentanza della Repubblica fu una Fiat 2.800 torpedo, che usarono De Nicola ed Einaudi, successivamente sono state usate principalmente dai servizi del Quirinale: ad es. fino a pochi anni fa si vedevano ancora in giro le Croma prima serie blindate con i cerchi della Lancia Gamma, tipiche vetture di scorta della DIGOS. Un’eccezione a questa regola: una FIAT 130 berlina che, a volte, veniva usata da Leone e Pertini.

Lancia. Sono le ammiraglie più in utilizzo al Colle, motivo per cui questo è il marchio che più si associa a quell’istituzione: praticamente tutte hanno valicato il portone quirinalizio con a bordo i Presidenti. Oltre alla Flaminia cabriolet, ci sono state le Thema degli anni ’80 per Scalfaro (costruite apposta a passo lungo, con un’aggiunta di un finestrino sul montante laterale), le K, le Thesis e, come si diceva in apertura, anche le Thema “americane” (per ironia della sorte, usate da Napolitano).

Maserati. Il marchio più prestigioso del panorama delle berline italiane non poteva mancare in questo ambito: queste vetture sono di casa nei palazzi presidenziali dall’inizio degli anni ’80, quando una Quattroporte era usata da Pertini, poi nel 2003 è arrivata quella di Ciampi e oggi, sempre una Quattroporte, è la vettura usata nelle occasioni ufficiali da Mattarella. 

Sottolineo un minimo comune denominatore di tutti i presidenti: la Lancia Flaminia Cabriolet. Il Quirinale ne possedeva 4 (una quinta fu donata alla Regina Elisabetta II in occasione della sua prima visita ufficiale in Italia), due delle quali si trovano oggi nel museo della Motorizzazione Militare, le altre due invece sono attualmente in uso per le principali manifestazioni, la prima tra tutte la parata militare della festa della Repubblica: tutti noi italiani abbiamo visto il Presidente sfilare lungo via dei Fori Imperiali a Roma il 2 giugno a bordo di questa vettura. La classica eleganza e distinzione di quest’auto ben rappresenta i fasti che una volta il marchio Lancia incarnava (e che, ci auguriamo, ritroverà velocemente nel prossimo futuro).

Diamo insieme uno sguardo a cosa potrà succedere nei prossimi anni: cosa ci sarà a disposizione del prossimo inquilino del Quirinale? Quasi sicuramente continuerà ad usare l’attuale Maserati in utilizzo a Mattarella, ma per quanto tempo ancora? Anche se già altre istituzioni hanno a disposizione vetture di marchi esteri (ad es. le vetture usate da qualche anno dal presidente del Consiglio e da alcuni ministri sono delle VW Passat), sarà (giustamente) alquanto improbabile vedere vetture non italiane sul colle più importante di Roma e d’Italia, a meno che non si voglia rischiare la lesa maestà! È pur vero che nell’ultimo biennio il gruppo Fiat si è fuso con il gruppo francese PSA, dando i natali alla Stellantis, ma non lo vedo proprio un nostro Presidente a bordo di una DS9, così come è estremamente improbabile che vedremo il successore di Macron a bordo di una Maserati o di una Alfa Giulia.

Per ciò che riguarda invece il tipo di motorizzazione, presumo che il prossimo Presidente non verrà scortato su una vettura elettrica, ma quello successivo, che dovrebbe essere nominato nel 2029, probabilmente abbraccerà la nuova tipologia di mobilità, anche se non è detta l’ultima parola: ogni giorno c’è un capitano d’azienda dell’automotive che fa il passo del gambero riguardo la volontà di puntare effettivamente tutti gli investimenti sulla mobilità elettrica. In fondo, il blocco delle vendite delle vetture con motori termici (cioè non completamente elettrici) non è ancora scolpito nella roccia, ma questa è un’altra storia…

 

Gerardo Altieri

Roma, 2 giugno 2020: Festa della Repubblica e Frecce Tricolori all’Altare della patria – foto SIR/Marco Calvarese

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