La repubblica prima della prima repubblica

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Res publica, dal latino cosa pubblica, cioè cosa di tutti. È con questo nome che, già in antico, viene denominato lo stato. Una cosa di tutti, che appartiene a tutti gli elementi che lo compongono. Democrazia dal greco governo del popolo. Nata ad Atene nel VI sec a.C. chiama a governare tutti i cittadini aventi diritto.

La Repubblica democratica, la nostra, nata il 2 giugno del 1946, unisce questi due termini inscindibili e costituzionalmente invariabili.

Ma siamo sicuri che quella degli anni Quaranta dell’900 sia la prima repubblica ad esistere sul territorio della penisola?

Molti di voi ricorderanno sicuramente che già Roma, prima di essere impero e dopo essere stata monarchia fu anche repubblica. Con una durata che va dal 509 a.C. al 27 a.C. l’Urbe viene gestita da un’oligarchia (governo dei pochi) repubblicana. Nata al finire della supremazia etrusca con la cacciata di Tarquinio il Superbo, questa forma di governo prevedeva ruoli elettivi di vario tipo, dai pretori ai consoli, che rimanevano in carica per un tempo limitato di un anno.

Ma come si è passati dalla monarchia alla repubblica e soprattutto questo fenomeno investe solo la costa Tirrenica?

La risposta è no! In effetti anche sulla costa Adriatica nelle regioni centrali come l’Abruzzo e le Marche qualcosa cambia. Con il V secolo a.C., infatti, possiamo assistere a diverse mutazioni culturali soprattutto in ambito funerario. Ciò che prima era un monumento funebre di riconoscimento visibile a livello territoriale (i tumuli) si trasforma in semplici fosse terragne.  Il tumulo che custodiva all’interno un inumato avente un corredo complesso e fornito, per gli uomini, di armi da offesa: spade, lance, pugnali e mazze-scettro, non supera la soglia della metà del V secolo a.C.

Dal IV sec. in poi troviamo sepolture standardizzate con oggetti di corredo personali, vasi fabbricati al tornio fatti in serie e ripostigli con olle piene di libagioni e con tazza attingitoio, oggetti tutti estremamente simili.

Cosa è accaduto: l’identificazione sociale del singolo cambia di significato. Non sono più guerrieri uniti in piccoli gruppi come dei clan alleati tra di loro a difendere un territorio che presenta i confini del visibile (un esempio potrebbe essere la conca dell’aquila) ma diventano società più complesse.

La forma di governo non deve essere esercitata con la forza sul campo ma con leggi generalizzate ed accettate di comune accordo da una comunità che può ancora essere definita popolo, o per esprimerci meglio, stato cantonale. Ed è in questo momento che gli “stati” (touta) d’Abruzzo e delle Marche prendono i loro nomi, Piceni, Pretuzi, Vestini, Peligni, Marrucini, Marsi e così via. Il loro Presidente della Repubblica, eletto, era il Meddix Touticus.

Per i popoli vissuti prima del V sec. noi archeologi utilizziamo questi nomi per definire confini territoriali che ci parlano tramite la restituzione di materiali archeologici simili all’interno di questi confini, differenti al di fuori. Sono comunque aree troppo estese e territorialmente impervie (grazie alla presenza di colline e montagne) per essere controllate da un sistema che è sì a base monarchica (con un re facente parte di un clan dominante che regna sul suo gruppo e sui clan gregari) ma che non è in grado di controllare fasce territoriali più ampie.

La repubblica può farlo! Questo sistema assicura una voce politica ad un gruppo più esteso di persone per un tempo limitato (con la presenza di un grande ricambio di personaggi di potere). È un sistema vincente e temporalmente coerente, garantendo un’evoluzione sociale per il quale i gruppi umani di questo periodo erano già pronti.

Altro elemento che ci denota la fine della monarchia è l’abbattimento delle statue stele come quella del Re Guerriero e della Principessa di Capestrano, quasi a condannarli ad una damnatio memoriae simbolo dello spodestamento del vecchio regime.

Anche se il nostro caro vecchio Nevio Pompuleio fu di grande aiuto in questo processo di cambiamento ed evoluzione verso una società più evoluta: volete sapere perché? Seguitemi e vi porterò a scoprire il passato e i suoi mille segreti.

Dott.ssa Andrea Di Giovanni

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