La rigenerazione è prima di tutto un fenomeno biologico che consiste nel sostituire parti danneggiate del corpo con copie identiche. L’obiettivo è ristabilire l’integrità strutturale o fisiologica in questo caso di tessuti, organi o parti in individui, animali o vegetali. Passando ad un’accezione non meramente fisica può trasformarsi nella restituzione o recupero di uno stato di grazia spirituale (come accade nel battesimo cattolico) o dignità morale, sociale, politica. In fondo era Sergio Campailla, scrittore, saggista e critico letterario italiano nell’opera “La divina truffa”, uscita subito dopo il secondo conflitto mondiale a spiegare come: “La rigenerazione, sia fisica che spirituale, appariva l’ultima frontiera e Cagliostro ci credeva e suscitava la fede degli altri. Credi! Credi! Questo è il segreto. E il sogno si realizzerà!“
Ma è anche se non universalmente associato al concetto di rigenerazione urbana (in inglese nota come urban renewal) intesa come il sistema di azioni programmate per riqualificare il territorio interessato, con il fine di rimediare al degrado urbano. Sempre più spesso si agisce con questi piani nelle periferie più degradate delle città, con interventi ecosostenibili di impatto socio-economico, fino all’eliminazione delle baraccopoli e alla creazione di nuove abitazioni e imprese. Come pure nei villaggi rurali.
Il concetto in epoca moderna nacque in Inghilterra in età vittoriana, come tentativo di soluzione alle pessime condizioni di vita nelle città causate dalla Rivoluzione Industriale: epoca in cui nasce pure il primo embrione della questione dell’impatto dell’ambientale. È all’industrializzazione, infatti, che si fa risalire anche l’ambientalismo inevitabilmente. Il rinnovamento urbano è stato oggetto di grandi dibattiti: i suoi sostenitori lo considerano un motore economico; al contrario i più critici evidenziano i disagi connessi all’ambizione di chi li cavalca e delle conseguenze sul territorio.
Esiste anche una rigenerazione tutta energetica. Che con la crisi energetica innescata dal conflitto russo-ucraino che sta superando l’anno di durata ha generato non poche conseguenze sulle catene di approvvigionamento – specie quelle legate alle materie prime – di natura energetica. Nel dettaglio, in termodinamica per rigenerazione si intende l’utilizzo del calore generato dai fluidi di scarico di un processo (che siano vapore o gas). E sono tantissimi gli utilizzi, ad esempio in alcuni motori a combustione interna in cui il processo viene sfruttato per riscaldare il combustibile che deve ancora essere bruciato. In particolare, questo processo favorendo la reazione è capace di aumentare il rendimento della macchina stessa. Le camere dove avviene questo scambio termico vengono chiamate preriscaldatori. Sono i motori del futuro, che si diffonderanno in maniera massiccia, soprattutto grazie al fenomeno innestato dalla transizione energetica, ecologica, sovvenzionata dai fondi del PNNR, come anche in generale di quella digitale connessa ai processi di innovazione.
Angela Oliva