La corsa allo spazio vs la protesta per l’uso dei jet privati

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Durante la Laver Cup – la competizione di tennis a squadre in cui Roger Federer ha detto addio alla racchetta – ha impressionato nella prima giornata della manifestazione il 23 settembre scorso – un venerdì, dettaglio importante che capirete tra pochissimo – un ragazzo che ha compiuto un’invasione di campo e si è dato fuoco sotto gli occhi della O2 Arena di Londra che è rimasta sbigottita. Le immagini hanno fatto il giro del mondo per tutta la stampa mondiale giunta sul campo londinese per l’ultimo match di Federer – in doppio con Nadal – e la protesta è andata in scena davanti a 17 mila persona: tanto conteneva l’impianto della capitale britannica. 

Il gesto plateale a molti è parso concludere idealmente le manifestazioni del Friday For Future, riprese con grande partecipazione con l’inizio dell’anno scolastico in tutto il mondo proprio quel giorno. In particolare, cresce nel movimento giovanile ambientalista, una protesta precisa quella contro l’utilizzo dei jet privati.  E quale occasione migliore di quella che ha visto alcune star dello sport riunite per l’evento, che spessissimo se non sempre utilizzano mezzi privati o di proprietà per spostarsi, inquinando molto di più che con i classici voli di linea.

L’attivista ha fatto irruzione in campo durante il match tra Stefanos Tsitsipas – particolarmente preoccupato dal gesto e visibilmente sotto shock come hanno mostrato le telecamere – e Diego Schwartzman. Si chiamava Kai come hanno riportato i giornali internazionali, ha fatto un’invasione di campo velocissima, posizionandosi vicinissimo alla rete di metà campo con indosso una maglietta bianca con la scritta «end private flights». E si è dato fuoco ad un braccio. Le manifestazioni di protesta contro l’utilizzo dei jet privati, tra i VIP, nel mondo dello sport, non è la prima volta che assurgono agli onori della cronaca. L’intervento immediato della security ha spento quasi immediatamente le fiamme e il ragazzo è stato trasportato subito fuori dal campo. Le immagini non sono state trasmesse in diretta – la partita è ripresa quasi immediatamente, con l’idea che fosse solo il solito fan – ma hanno fatto comunque il giro del mondo. 

Un episodio che può sembrare un paradosso in un’epoca che sta correndo – per ora solo per chi può economicamente spendere tantissimo – verso i viaggi di lusso nello spazio. Un’epoca che ha visto per i funerali della Regina Elisabetta i potenti del mondo utilizzare i più democratici autobus. Niente auto private: una scelta in cui c’è probabilmente la sensibilità ambientalista del nuovo re Carlo III, del principe di Galles William che ha creato il famoso Earthshot Prize, dedicato proprio a progetti che migliorano il futuro del Pianeta. Stessa sensibilità del principe Filippo. Tutti i regnanti, i VIP, i politici – tranne Biden e il primo ministro israeliano per questioni di sicurezza – hanno partecipato all’evento funebre riducendo al minimo l’impatto dei mezzi, in una Londra coperta da una no fly zone completa. Anche per onorare la Sovrana con il massimo silenzio possibile al di fuori della cerimonia.

Angela Oliva

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