Senza voler per forza ricorrere alla rigidità del galateo che impose, proprio dall’Italia, la buona educazione a tutto il mondo, il momento che stiamo vivendo e anche un po’ certe urgenze dettate dai nostri cattivi comportamenti verso la natura e l’ambiente in generale che ci circonda, ci impongono alcune regole basilari da rispettare per non aggravare e tentare di migliorare il nostro impatto su tutto ciò che ci circonda. I vecchi consigli, raccomandazioni e pratiche green, restano validi ma dobbiamo interiorizzare una serie di comportamenti che ci consentano di vivere sostenibilmente. Spulciando sulla rete trovate ottimi suggerimenti, come per esempio sul sito specializzato Green Me che qualche tempo fa aveva perfino ordinato un decalogo verde.
In questa rubrica abbiamo spesso affrontato questi stessi temi e le best practises e forse è arrivato il momento di tirare un po’ le somme e vedere come ogni comportamento verde ne induca un altro.
Numero 1= Fare sempre e su tutto una buona raccolta differenziata: carta, plastica, umido … ma la nostra vita pullula di dispositivi elettronici che vanno smaltiti secondo le leggi. Informatevi e non rincorrete le mode come i gatti i cavi di ricarica cellulare. Specie ora che andiamo finalmente verso il caricatore unico.
Numero 2 = Guerra agli imballaggi: se fate una buona raccolta è arrivato il momento di invertire la rotta al supermercato, perché gli imballaggi sono troppi e spesso ci mettono in difficoltà proprio nello smaltimento. Che fare? Meglio privilegiare lo sfuso e la filiera corta del km 0, meglio ancora se solidale. Se poi avete il pollice verde potete tentare l’autoproduzione (meglio se biologica); e se non avete terra da coltivare non sottovalutate le chances offerte dal vostro balcone in città.
Numero 3 = Spesa consapevole. Se subiamo eccesso di imballaggio possiamo migliorare nel leggere le etichette: ad essere sinceri con la diffusione della celichia e delle allergie con gli alimenti poniamo molta attenzione ma non basta più. Ci sono aspetti la cui conoscenza non può essere ulteriormente rimandata: la provenienza delle materie prime alla base del prodotto e il livello di certificazione di chi lo produce. Questo ci impone di occuparci degli altri in due modi: prestando attenzione al luogo e al paese di produzione. Evitare chi sfrutta le condizioni dei lavoratori come di animali e risorse.
Numero 4 = Guerra all’usa e getta. La società consumista e opulenta ha smesso di essere un valore e questo apre finalmente la strada al bio e se possibile rinnovabile: che non è solo energia.
Numero 5 = Ottimizzare ogni risorsa. In primis l’acqua, che troppo spesso viene sprecata, come pure l’energia e alcune materie prime. E questa guerra ci ha insegnato non poco tra gas, petrolio e grano su tutto.
Numero 6 = Vivere a minor impatto ambientale. Significa diminuire la CO2 con un piccolo giovamento per il pianeta tutto. Privilegiare spostamenti a basso impatto come bici, a piedi, la mobilità elettrica e se possibile in sharing. Che ha, quest’ultima, anche un enorme ripercussione a livello di socialità.
Numero 7 = Allungare la vita dei prodotti. Sforzarsi di valutarne lo stato di oggetti e cose che usiamo, usarli fino in fondo come spesso si fa solo con il tubetto del dentifricio. E perché no? Provare a riciclare anche creativamente i propri oggetti.
Infondo era il poeta americano Walt Whtman nei suoi versi a scrivere: “Ora io vedo il segreto per la creazione delle persone migliori. È crescere all’aria aperta e mangiare e dormire con la terra”.
Angela Oliva