Carlo e Greta: generAzioni diverse di Ambientalisti speciali

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Cosa hanno in comune re Carlo d’Inghilterra e Greta Thunberg? Alla apparenza se non fosse per l’importanza che danno alla questione ambientale nulla. Il nuovo sovrano del Regno Unito non ha mai nascosto il suo amore per la Natura e la sua dedizione ambientalista. Atteggiamento ereditato da suo padre il principe Filippo e che ha tramesso a suo figlio William. I Windsor hanno prima preso a cuore e da tempo agiscono -almeno due generazioni – come particolari ambassador ambientali. Sono un esempio reale e fattivo, non di facciata, di come sia mutato l’impegno per il futuro del Pianeta nella e della famiglia reale inglese. E non sono solo principi e sovrani ad aver subito quest’evoluzione culturale. Dalla più semplice sensibilità, al sostegno di progetti filantropici, fino al farsi portavoce del cambiamento nel mondo. Fino a vedere re Carlo che organizza un ricevimento per il passaggio dalla COP26 – a guida inglese – all’edizione n.27, quando il suo governo latita. Per sottolinearne l’importanza.

Ci sono tanti VIP, come persone semplici che si impegnano tutti i giorni rispettando semplici regole – come il giusto conferimento della spazzatura, risparmiando l’acqua, riciclando, evitando gli sprechi – o attuando azioni particolari singolarmente o agendo in gruppo. Ha funzionato la ricetta di fine Anni ’90 di Mikhail Gorbachev che spiegava come non avevamo bisogno di una nuova coscienza ambientale su basi globali, ma prima di tutto di educare le persone. Quante più persone possibili, aggiungerei.  Poi è venuto anche il movimento globale, ma è partito dalle singole persone, anzi è ripartito da una ragazza svedese, un’adolescente: Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg. Classe 2003, oggi non ancora ventenne, è conosciuta da tempo per l’impegno a favore dello sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. Dall’iniziale notorietà per la sua manifestazione di protesta regolare tenute davanti al Riksdag a Stoccolma, in Svezia, con lo slogan Skolstrejk för klimatet (Sciopero scolastico per il clima, n.d.r.). Chiedeva proprio al governo svedese di ridurre le emissioni di anidride carbonica come previsto dall’accordo di Parigi. Il tutto seduta nel “suo” banco come fosse a scuola, durante l’orario scolastico. Un messaggio e richieste semplici, che hanno saputo positivamente contagiare migliaia di ragazzi in tutto il mondo, che hanno dato vita al movimento Friday For Future. Che con il tempo hanno esploso diverse richieste, nuove rispetto al passato: tutte espresse il venerdì, quando questa generazione presentano le loro richieste: nello specifico, chiedono ai governi di eliminare i combustibili fossili, azzerando le emissioni a livello globale entro il 2050 (in Italia entro il 2030). Un coro di voci, a cui se ne aggiungono altre – per fortuna – royal, semplici, VIP – che sintetizza il Santo Padre, Papa Francesco, nel suo messaggio intergenerazionale: “Vi è un chiaro legame tra la protezione della natura e l’edificazione di un ordine sociale giusto ed equo. Non vi può essere un rinnovamento del nostro rapporto con la natura senza un rinnovamento dell’umanità stessa”.

Angela Oliva

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