L’Arcipelago spagnolo è diventato la destinazione più vantaggiosa
Le Isole Canarie continuano a consolidare la loro posizione di leader nell’attrarre lavoratori a distanza. Dal 2020, quando l’Ente per il Turismo delle Isole Canarie ha deciso di scommettere su questo segmento di viaggiatori, gli arrivi nell’Arcipelago sono aumentati in modo esponenziale. E ora le Canarie rafforzano la loro scommessa attraverso una nuova campagna che punta a sottolineare i costi bassi e l’aumento del risparmio.
Il telelavoro porta a maggiore flessibilità ed equilibrio tra lavoro e vita privata. Tante persone si sono addirittura dimesse spontaneamente pur di guadagnare in qualità della vita. Basti pensare che in Paesi come Italia e Regno Unito, 1,3 milioni di dipendenti hanno lasciato il proprio lavoro nei primi 9 mesi del 2021, e anche nel 2023 la tendenza globale sarà quella di cambiare lavoro alla ricerca di condizioni migliori. Secondo il rapporto di Adecco “Global workforce of the future 2022“, incentrato sulle prospettive del mercato del lavoro per il prossimo anno, il 27% dei lavoratori di tutto il mondo lascerà il proprio posto di lavoro nei prossimi 12 mesi.
Ma se fino a qualche tempo fa i remote workers cercavano le destinazioni più suggestive per poter godere tutto l’anno di un ambiente “da vacanza”, oggi ciò che conta è anche il fattore economico: si lavora dove è possibile risparmiare per vivere con uno standard più alto. In questo, le isole Canarie rappresentano una meta Ideale: non sono soltanto l’ufficio con “il miglior clima del mondo”, ma anche quello in cui trovare le condizioni più favorevoli per risparmiare dal punto di vista economico.
Secondo i dati di Nomad List, il portale di riferimento mondiale per chi lavora a distanza, l’Arcipelago spagnolo è in media il luogo dove sperimentare il maggiore aumento della capacità di risparmio a seconda del reddito generato nel paese di origine dei remote workers. Lavorare a Tenerife, Lanzarote, Gran Canaria e Fuerteventura, per esempio, offre una capacità di risparmio del 61% per un reddito di 50.000 dollari rispetto a Madeira, al secondo posto della classifica.
Quest’anno le Isole Canarie hanno già accolto 45.800 remote workers (secondo i dati di Nomad List misurati fino a ottobre 2022). Solo nel 2021 sono arrivati quasi 47.000 telelavoratori, superando l’obiettivo dei 30.000 che l’Ente per il Turismo delle Canarie si era prefissato in cinque anni. Per quanto riguarda i paesi di origine dei lavoratori remoti, la classifica è guidata da Germania (27%), seguita da Regno Unito (12%), Paesi Bassi (10%), Repubblica Ceca (8%), Stati Uniti (6,6%), Spagna (6,6%) e Irlanda (5%).
Cristina Mignini