Un cammino che accomuna tutti
“Lloyd, dove sta andando quella gente?”
“Credo che stia cercando di salire la scala sociale, sir”
“Ah, e dove porta?”
“A un’altra rampa di scale”
“E poi?”
“A un’altra rampa e a un’altra ancora, sir”
“Tutto qui?”
“Certo, sir. La gente continua a salire finché ce la fa, poi invecchia e alla fine si accampa dove è arrivata. Su un gradino, appoggiata alla ringhiera. I più fortunati riescono, a volte, a ritagliarsi un pianerottolo tutto per sé”
In molti si imbattono sui social in queste citazioni chiedendosi spesso da quale libro siano tratte e chi siano Lloyd e il Sir autori di queste celebri conversazioni – spesso filosofiche, ma spesso non disdegnano anche un certo humor tutto british – sulla vita. In realtà il maggiordomo Lloyd e Sir il padrone di casa, protagonisti di questi dialoghi giornalieri, sono pubblicati dal 2014 da Simone Tempia pubblica sulla sua pagina Facebook, Vita con Lloyd, che è diventata un fenomeno sul web e anche in libreria.
L’ho trovato un ottimo spunto sintetico per parlare di un fenomeno che ha condizionato la nostra struttura sociale. Quel cammino che compiamo per guadagnarci il nostro posto nel mondo, come si dice. L’immagine del pianerottolo è crudamente realista. In molti sognano un posto al sole – spesso economico – in pochissimi lo vedono realizzato in questa vita. Tanti quelli che sgobbano (a scuola, specie se provengono da situazioni disagiate) o sgomitano (in carriera spesso a scapito di altri e non altrettanto spesso per puro merito). Il secondo dopoguerra è stato segnato dal mito dell’istruzione – spesso superiore, intesa come titolo di studio – per fare carriera e garantirsi una vita più che dignitosa. Larghe fasce della popolazione, ad esempio, spesso al sud ed in particolare uomini lo ha fatto “mettendo firma”, scegliendo la carriera militare e abbracciando i pericoli spessissimo di un lavoro che può averli portati lontano a difendere lo Stato, i cittadini, le istituzioni. E anche la migrazione interna sempre dal Sud verso le possibilità maggiori delle grandi città industriali del Nord, o per molte studentesse trovare lavoro grazie al circuito universitario.
Cosa accomuna tutti? Il cammino spesso faticoso, quelle scale, i pianerottoli che, potrebbero sembrare un accontentarsi, ma ci hanno resi e ci renderanno felici (basti pensare al semplice gesto di tornare a casa propria – altro simbolo di riuscita – per non parlare delle seconde case di proprietà!). In fondo si fa tanta fatica nel proprio percorso sociale personale per guadagnarsi momenti di serenità e per guardare al futuro, nostro e dei nostri cari, magari illuminato dal sole.
Angela Oliva