Perché senza emergenza non si parla più di sanità

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Quella che stiamo vivendo è la prima estate dopo due anni di pandemia da Covid 19 senza alcuna restrizione sul territorio italiano. E per gli italiani che si muoveranno verso altri Paesi per le vacanze. Una situazione che riguarda praticamente tutto il mondo, ad eccezioni di rare zone in Oriente. Solo il 5 maggio 2023 il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato la fine del Covid-19 come emergenza sanitaria globale dopo oltre tre anni. Possiamo dire che il Coronavirus è definitivamente alle spalle. Anche se non sono pochi i fragili che hanno fatto e continueranno a fare il vaccino. Quasi 14 milioni di dosi somministrate nel mondo ad oggi. Come accade per l’influenza – che detto tra parentesi nella prima ondata post misure di contenimento è stata violentissima – saranno in molti a scegliere la scienza per proteggersi. Ma la domanda ora è un’altra: cosa ci ha insegnato? Abbiamo dimenticato già il numero incredibile di vittime – 6.938.353 morti nel mondo che l’umanità ha visto soccombere in questa guerra sanitaria? All’apparenza troppo poco!

Oggi sta volgendo al termine anche l’attività giudiziaria a cui sono sottoposti l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’ex Ministro della Salute Roberto Speranza. Che ci dice non poco su cosa ha fatto il virus in Italia. Entrambi sono stati ascoltati sul finire di questa primavera dal Tribunale dei Ministri. Sono tuttora sotto inchiesta per omicidio colposo ed epidemia colposa. Eppure, sembriamo esserci dimenticati dell’incubo che abbiamo vissuto e non solo Italia. Forse noi per primi in Occidente ne abbiamo pagato il peso, perché sorpresi e impreparati. Se si eccettua la Cina – che comunque ha potuto adottare misure assai più coercitive verso i cittadini delle democrazie occidentali – il Paese in cui a tutt’oggi il virus sembra essere comparso. Proprio lo strascico giudiziario in Italia, che arriva sempre puntuale nel nostro Paese, dice molto. In primis perché coinvolge due alte cariche allora. Ma ormai è ridotto a controversia politica che non si traduce in atti concreti per il sistema sanitario italiano. Il leader dei Cinque Stelle e quello di Articolo Uno devono rispondere delle accuse di omicidio colposo ed epidemia colposa. La Procura di Bergamo insiste sulla mancata istituzione di una zona rossa per isolare i comuni di Nembro e Alzano Lombardo. Da cui tutto ebbe inizio. Come pure sulla mancata applicazione del piano nazionale anti-pandemico. Era datato 2006! Per la magistratura italiana bergamasca – la zona forse più colpita; nessuno dimenticherà facilmente le foto della colonna dei mezzi dell’esercito che trasportavano le tante bare – anche solo queste due mosse potevano limitare i danni e salvare parecchie vite. 

E oggi cosa stiamo facendo? Ora che tutto è alle spalle e che pure il PNRR fa solo esplodere polemiche, è cambiato qualcosa? Sembrerebbe di no. La sanità è più una voce di spesa da ridurre. E se puoi affrontare le tue problematiche rivolgendoti al settore privato – meglio se convenzionato, o sotto l’egida delle assicurazioni – tanto meglio. Sembriamo aver dimenticato l’angoscia di allora. Non tutti, certo. Ma prevale la volontà di evadere a quella di farsi carico. Almeno fino alla prossima emergenza, in cui si farà di nuovo appello a chi ci mette la faccia e si prende le responsabilità.

Angela Oliva

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