Forse non sarà importante quanto fare una buona raccolta differenziata, ma anche lo sport può contribuire al raggiungimento, per esempio, di alcuni obiettivi dell’Agenda 2030. Un’attività sportiva sana richiedendo spazi puliti, sia all’aperto che al chiuso, è evidentemente green. Tutto il settore outdoor spesso può vantare impatto zero sull’ambiente – quindi per definizione lo status di attività sostenibile – e spesso si rivelano anche le più economiche. Un plus vista la crisi che ci attanaglia. Tra questi ci sono: camminata e corsa, il tennis e il modaiolissimo padel, calcio e calcetto, fino ai più costosi surf e sci di fondo. Al contrario seppur la nostra grande tradizione, quando ci sono di mezzo i motori, difficilmente per l’impatto della costruzione degli impianti, delle piste, come per emissioni inquinanti si può parlare si sport verdi.
Partiamo da quello più green per eccellenza: le camminate outdoor. Ad impatto ambientale zero; è gratis, ed ha notevoli benefici per il corpo e la mente. Con un’attività quotidiana di 30 minuti si tonificano arti inferiori e glutei. Può essere praticata ovunque, senza particolari spostamenti.
Se poi la si pratica in montagna – nordic walking, quello con l’ausilio dei bastoni – si attivano anche i muscoli delle braccia, della schiena e gli addominali. È anche democratica: a meno di percorsi difficili, prescinde dalla preparazione atletica e non richiede abbigliamento specifico e costoso fatta eccezione per le scarpe adatte e la scelta del tessuto tecnico.
La sua naturale evoluzione per i più sportivi è la corsa outdoor, che aggiunge la sua naturale funzione di scarica di stress accumulato. Come attività costante e regolare, asciuga e tonifica, brucia calorie (con conseguente perdita di peso), regolarizza la respirazione e migliora la resistenza.
Non per tutti ma assai in voga anche il Parkour: che trasforma il contesto urbano metropolitano in una palestra all’aria aperta. Richiede una preparazione fisica adatta agli spostamenti repentini, salti e volteggi adrenalinici. Scale, muri, arredi urbani diventano pedane, step o pareti su cui saltare e arrampicarsi, andando a rafforzare la muscolatura.
Ma può essere green anche la ginnastica, come lo Yoga e il Pilates. Basta un tappetino da pochi euro da srotolare in un prato o a casa propria, come è accaduto durante il lockdown. All’aperto però offrono maggiori benefici psicofisici e migliorano l’elasticità e la postura, oltre a contrastare lo stress. Per chi predilige gli sport acquatici, va da sé che non sono sostenibili le barche a motore. Partiamo dal nuoto – fino all’apnea per i più preparati – in acque libere, mare o lago; per passare alla canoa, o agli sport più adrenalinici e movimentati, come surf e windsurf, basati sulla forza aereodinamica.
Chiudiamo, o meglio torniamo ad un’ambientazione green per eccellenza: la montagna che d’estate si presta come detto a camminate, o al trekking, ma d’inverno offre la neve per sci di fondo e ciaspolate. Si bruciano calorie con ottima tonificazione di quadricipiti, glutei, dorsali e tricipiti. Non è sostenibile invece lo sci alpino per i costosi impianti di risalita dalle emissioni inquinanti.
Angela Oliva