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Energia: quale futuro ci attende se gas e nucleare diventano green?

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Energia: quale futuro ci attende se gas e nucleare diventano green?

L’assise plenaria del Parlamento Europeo lo scorso 6 luglio ha deciso che GAS e NUCLEARE saranno ufficialmente energia green. Sono dunque entrate a far parte di quella che è definita tassonomia green per le fonti rinnovabili. Impensabile anche solo se si torna indietro ai lavori e alle tante polemiche della COP 26. Ma il 2021 sembra quasi paradossalmente appartenere ad una era geologica … ormai futura. Con l’accusa – a cui è difficile dare torto – di un ecologismo di facciata, noto come greenwashing.

Come se la guerra in Ucraina – scoppiata lo scorso 24 febbraio con l’invasione russa – avesse messo in pausa il futuro green che stavamo preparando. Torniamo ora alle due fonti energetiche – spesso incriminate per la loro impronta non in linea con gli standard di sostenibilità che immaginavamo prima, ora potranno quindi rientrare nella lista degli investimenti sostenibili dal punto di vista ambientale. Almeno per il legislatore europeo. Scontato il disappunto della parte ambientalista. Rientrare nella tassonomia verde implica poi il fatto che anche queste due ultime fonti energetiche potranno ricevere tutti quei sussidi previsti per le fonti considerate rinnovabili e a basso impatto sull’ambiente. Da cui sarebbero state escluse.

Guardando alla discussione parlamentare continentale erano necessari 353 voti per bloccare il provvedimento che la Commissione Europea ha reputato non più rinviabile vista la crisi energetica in corso. L’asticella dei contrari all’inserimento di gas e nucleare nella tassonomia si è fermata a 328 voti contrari, mentre 278 hanno votato a favore.

Le associazioni ambientaliste, con WWF e Legambiente in testa sul fronte italiano, si erano opposte vivamente e hanno continuato a sottolineare le diverse criticità di questa scelta. In primis la constatazione di un provvedimento che sposa una decisione poco in linea con le raccomandazioni scientifiche. Al momento non sono escluse poi delle reazioni da parte di alcuni paesi membri o dalle proteste della società civile – con il movimento Friday For Future capeggiato da Greta Thunberg – che stanno valutando una possibile azione legale proprio contro la Commissione Europea. Sotto accusa in primis gli impianti delle centrali a gas, tutt’altro che compatibili con il principio dell’impatto nullo o minimo sull’ambiente, anzi spesso responsabili di importanti conseguenze evidentemente climalteranti, e spesso capaci di aggravare la crisi climatica in atto.  

Il futuro non è affatto roseo per l’ambiente, per le generazioni future e neppure per le famiglie il cui il peso della guerra pesa sulle bollette, alla cassa del supermercato, nel prenotare un areo o per partire nelle prossime costosissime vacanze.

Angela Oliva

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