Repubbliche.

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La scomparsa di Silvio Berlusconi avvenuta il 12 giugno 2023 ha riaperto problematiche e visioni diverse nell’ambito della politica italiana ma non solo.

Si conclude quindi un’epoca con la morte di Berlusconi uomo politico e statista tanto amato e tanto odiato che comunque ha contribuito a fare la storia d’Italia con la sua Forza Italia dal 1994 ad oggi. 

Si assisterà dunque nei prossimi mesi ad un cambiamento epocale della politica italiana che consentirà di rivedere equilibri, compromessi e scelte per il nostro Paese da parte dei politici italiani anche a livello internazionale.

Dal punto di vista della politica, Berlusconi ha inventato il cosiddetto bipolarismo che ha con consentito di superare l’impostazione proporzionalista della Repubblica dei partiti. Infatti con la sua discesa in campo avvenuta il 26 gennaio del 1994 c’è stata la divisione tra la prima e la seconda Repubblica segnando così una netta discontinuità con tutto il sistema politico sia da un punto di vista della comunicazione sia da un punto di vista del modo di fare politica che fino a quel momento era stato tutt’altro.

Il periodo appena concluso ricorda molto, anche se in misura diversa per tanti aspetti, quello craxiano, periodo in cui il pentapartito, un’alleanza paritaria tra DC, PSI e partiti laici che prevedeva l’alternanza alla guida del governo di esponenti di tutti gli elementi della coalizione, ha tentato di governare l’Italia tra le mille difficoltà e una spesa pubblica non indifferente. 

Un decennio di governo che si aprì con una novità: il governo affidato a un presidente del consiglio non democristiano, il repubblicano Giovanni Spadolini, ma che fu il leader del PSI Bettino Craxi a guidare l’esperienza più incisiva.  

Bettino Craxi ebbe l’arduo compito di trasformare un Paese e per lui non fu né semplice né indolore la guida del governo poiché intriso di una serie di vicende che ostacolavano continuamente la leadership del governo stesso. Tra queste vale la pena ricordare le vicende legate alla Democrazia Cristiana allora guidata da Ciriaco de Mita che aveva intenzione di ricollocarsi fortemente nel suo elettorato. Così come vale la pena ricordare l’ulteriore vicenda che pesò molto sul governo a guida Craxi che creò nel 1984 la massima tensione con i comunisti di Enrico Berlinguer proprio con l’emanazione del c.d. Decreto di San Valentino sulla scala mobile nel momento.

Il parallelismo tra l’epoca del pentapartito e gli ultimi trent’anni di governi emerge dalle difficoltà in cui entrambi i leader (principali in questione) si sono ritrovati a governare seppur in epoche, tempi e modalità diverse. 

Berlusconi ha innovato radicalmente le campagne elettorali portando all’interno delle stesse video messaggi trasmissioni televisive e protagonisti diversi che consentivano di aggredire un target politico trasversale.

In pratica con la sua discesa in campo il leader di Forza Italia con una grande capacità intuitiva ha saputo cavalcare la crisi della prima Repubblica conquistando gli elettori del pentapartito proprio attraverso lo sfruttamento dello strumento del Mattarellum cioè di una nuova legge elettorale con un impianto maggioritario che è stato in vigore tra il 1993 e il 2005. 

Nel 1994, nacque infatti la seconda Repubblica, nella quale Silvio Berlusconi è stato riconosciuto eponimo e, con il suo partito Forza Italia, ha sfruttato al massimo l’occasione di riempire il vuoto lasciato dai partiti tradizionali del pentapartito che ormai erano caduti insieme al muro di Berlino associato, poi a tutte le vicende della Tangentopoli.

Approfittando di tutto questo particolare momento storico, seppur attanagliato  quasi da subito, da guerre personali  da parte dei suoi oppositori politici e da acciacchi fisici soprattutto dall’esito della sua condanna nel 2013, alla guida di Forza Italia Berlusconi, in trent’anni crea quattro governi e ricopre per tre volte la carica di presidente del consiglio: nell’anno 1994 1995 tra il 2001 e il 2006 e poi tra il 2008 e il 2011.

Il futuro della politica italiana post mortem Berlusconi sarà abbastanza incerto tenuto conto che nel 2024 si dovrà affrontare la sfida delle elezioni europee e quindi non è garantito che la stessa Forza Italia priva del suo leader riesca a superare lo sbarramento del 4%. 

Nel momento in cui si scrive lo scenario più auspicabile è che la maggioranza del governo non perda i pezzi e che dopo le elezioni europee ci sia un rimescolamento a favore degli altri due partiti di maggioranza. 

Solo in questo modo, a meno di colpi di scena, probabilmente Forza Italia continuerà ad esserci fino alla fine della legislatura.  Tuttavia non è escluso che potrebbe esserci una decadenza nel consenso che si riverserà anche nella nell’ambito parlamentare. E questa un’ipotesi di una cannibalizzazione del partito di Berlusconi da una parte, potrà avvenire anche mediante una divisione in correnti o in piccoli gruppi parlamentari. Tutto ciò potrebbe creare dei problemi al governo Meloni. 

Ma si sa che i problemi generano opportunità. Ed è proprio in questa ottica che bisognerà che i due partiti Fratelli d’Italia e Lega si adopereranno per il futuro, poiché potrebbe essere un’occasione per riempire i vuoti che si verrebbero a creare e questo consentirebbe sia a Giorgia meloni che a Matteo Salvini di far partire un’ immediata competizione politica anche in maniera soft, silenziosa, al fine di raccogliere consensi provenienti dall’ elettorato di Forza Italia, da una parte, e offrire posti e opportunità a coloro che in Forza Italia hanno maturato una buona esperienza e dunque possano essere di supporto effettivo all’attività di governo.

Tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini probabilmente in questo ragionamento e più avvantaggiata Giorgia Meloni e questo per un sostanziale motivo: Giorgia Meloni con il suo partito detiene la maggioranza e ciò significa che può fornire maggiori garanzie a coloro che passeranno da Forza Italia a fratelli d’Italia per le prossime elezioni.

Tuttavia anche per Matteo Salvini si potrebbe aprire una nuova stagione tenuto conto che è molto vicino ad una parte di Forza Italia che fa capo alla Renzulli e ciò significa che potrà attrarre alcuni parlamentari verso il suo partito, la Lega, andando a colmare il desiderato di un elettorato del Nord che per l’appunto si identificano con industriali e imprenditori. 

L’idea dunque potrebbe essere quella di una spartizione sia dei parlamentari sia dell’elettorato di Berlusconi tra i due leader dell’attuale governo separando anche strategicamente l’Italia in Italia del Nord dove Matteo Salvini potrebbe raccogliere la maggioranza dei voti dei consensi e Italia del centro sud in cui Giorgia Meloni potrebbe aumentare i propri consensi. 

Con molta probabilità se si fosse stato costruito un centro vero e proprio tra Renzi e Calenda questo sarebbe stato il momento di assaltare la diligenza dell’elettorato di Forza Italia. Ma sappiamo bene che la separazione tra i due leader avvenuta recentemente non ha portato alla costituzione di un partito unico e quindi oggi la possibilità per entrambi i leader in maniera separata ovviamente è molto ridotta per arrivare insieme i prossimi appuntamenti e aumentare i consensi pensando di attingere all’elettorato di Forza Italia. 

E dal punto di vista degli impatti sull’Europa chiaramente la morte di Berlusconi accorcia quelli che sono i tempi per definire un accordo tra Fratelli d’Italia partito della premier Giorgia Meloni e il Partito Popolare Europeo e quindi, è molto probabile che anche in ambito europeo Giorgia Meloni aumenterà il proprio consenso nelle trattative con il PPE, portando così a costituire una lista unica soltanto per le elezioni europee tra Forza Italia e Fratelli d’Italia ovviamente concertata con i Popolari Europei.

Donatella Carriera

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