La Felicità nell’Arte

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Espressioni visive dell’emozione umana

Che cos’è la felicità? Un senso di gioia, soddisfazione, appagamento, lo stato d’animo a cui si arriva quando si raggiungono obiettivi. Qualcosa che si rincorre per tutta la vita. La felicità può dipendere da un singolo momento, un cambio repentino di umore. Morgan canta: «Forse già lo sai, che a volte la follia sembra l’unica via per la felicità. C’era una volta un ragazzo chiamato Pazzo e diceva: sto meglio in un pozzo che su un piedistallo». Bisogna essere folli, quindi, per raggiungere la felicità?

Quanti artisti sono stati tacciati di follia nella loro vita, ma hanno poi realizzato dei capolavori proprio grazie al loro essere folli? Prendiamo, ad esempio, Munch considerato un artista folle per la sua arte intensamente emotiva e per la sua vita tormentata. Il suo lavoro è stato descritto come espressione visiva dei suoi stati d’animo e delle sue paure e ansie. Eppure, i suoi dipinti sono riconosciuti a livello mondiale, e valgono anche una fortuna. 

E allora cosa determina la felicità? Purtroppo non è ancora stata trovata una formula magica in grado di rispondere a questa domanda. Non esiste un modello unico uguale per tutti. La felicità è soggettiva ed è un tema che ha affascinato e continua ad affascinare molti artisti.

Nel corso delle varie epoche la felicità è stata interpretata in modi diversi. Nell’arte antica è spesso rappresentata attraverso immagini di divinità e di dei che simboleggiano la pace, l’amore e la prosperità. Nel Medioevo, invece, la felicità è rappresentata attraverso immagini di angeli e di Santi, mentre nell’arte rinascimentale attraverso immagini di natura e di paesaggi idilliaci.

È con l’arte contemporanea che la felicità viene rappresentata in molteplici modi, ognuno dei quali riflettono le diverse interpretazioni del concetto di felicità. Alcuni artisti cercano di rappresentarla attraverso immagini colorate e vivaci, mentre altri preferiscono rappresentare la felicità attraverso immagini più cupe e malinconiche, per sottolinearne la transitorietà e la precarietà.

“La fête à la maison” (la festa in casa) di Pierre-Auguste Renoir del 1881, rappresenta, ad esempio, una festa in una casa privata, durante una serata mondana, e l’atmosfera è quella di una piacevole serata tra amici e familiari. Il dipinto mostra una scena di conversazione e di divertimento, con le persone riunite intorno a un tavolo, intente a bere, a mangiare e a chiacchierare. Le figure sono rappresentate in modo fluido e leggero, con un uso generoso dei colori e della luce per creare un’atmosfera di gioia e di allegria.

Al contrario, “La tentazione di Sant’Antonio” del 1946 di Salvador Dalí raffigura il santo cristiano circondato da visioni oniriche e surreali. La scena è piena di riferimenti simbolici, come la formica, che rappresenta la piccolezza e la fragilità dell’essere umano, o la sfera, che rappresenta la perfezione e l’eternità. L’opera è molto rappresentativa dello stile di Dalí, della sua visione della mente umana e della sua relazione con la realtà. Il dipinto rappresenta il concetto di felicità metafisica, ovvero l’idea che la felicità sia una realtà superiore e trascendente, che può essere raggiunta attraverso l’esplorazione della mente e della realtà interiore.

In sintesi, l’arte è un’espressione dell’umanità, e come tale ci permette di esplorare e di rappresentare le emozioni umane. La felicità è una di queste emozioni e gli artisti hanno sempre cercato di rappresentarla nella loro arte, attraverso immagini, simboli e forme differenti, riflettendo le diverse interpretazioni del concetto stesso di felicità.

Roberta Conforte

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