Scopro subito le mie carte: la produzione di energia nucleare NON è un potenziale Armageddon, né con la fissione, men che meno con la fusione nucleare. Sono francamente stufo di vedere orde di talebani green scagliarsi contro questa forma di energia, brandendo come arma l’incidente di Chernobyl oppure, ancora peggio, quello di Fukushima: il primo dovuto ad errori tecnici di progettazione e strutturali, uniti all’errore umano, il secondo ad un evento naturale a dir poco anomalo e più unico che raro (uno tsunami con onde alte 14 metri!) che ha provocato la morte di 2 persone, non per le radiazioni.
Nel primo caso, le associazioni ambientaliste ebbero gioco facile per far pressione sui vari governi per la chiusura delle centrali nucleari. Il nostro Paese, a causa del risultato del referendum popolare indetto inopinatamente sull’emotività del momento, rinunciò alla produzione di energia nucleare, ambito in cui l’Italia era una delle eccellenze mondiali: le facoltà di ingegneria nucleare italiane hanno sfornato delle menti eccelse internazionalmente riconosciute, che ovviamente non hanno avuto eredi…
Nel secondo caso, una statista del calibro di Angela Merkel dovette soccombere anch’essa alla pressione emotiva dell’opinione pubblica e pianificò lo spegnimento anticipato delle centrali nucleari tedesche, a causa del quale i teutonici (e noi insieme ad essi) si sono poi legati mani e piedi all’importazione del gas russo per la produzione di energia elettrica: oggi loro (e noi) ne pagano le enormi conseguenze economiche e geopolitiche.
I talebani di cui sopra ci dicono che se avessimo foreste di pale eoliche ed enormi distese di pannelli solari, accompagnate da pletore di batterie per l’immagazzinamento dell’energia prodotta, salveremmo il pianeta dai danni provocati dal genere umano. Ci sono una miriade di fatti e numeri oggettivi che confutano questo mondo ideale (ad es. vi dice niente il fatto che 8 delle prime 10 aziende mondiali produttrici di pannelli solari siano cinesi?): è sacrosanto il principio di proteggere la natura, ma farlo in modo demagogico produce più danni che benefici.
Un esempio al riguardo: siccome l’estrazione delle materie prime e la produzione di pannelli solari e di pale eoliche avviene nella maggioranza dei casi in nazioni che hanno legislazioni ambientali praticamente inesistenti rispetto a quelle occidentali, in particolare quelle europee, il bilancio degli inquinanti è drasticamente meno vantaggioso rispetto alla teoria.
Un secondo motivo per cui abbiamo bisogno di altre fonti di energia è la continuità di produzione: tale caratteristica non è garantita in nessun modo dal vento o dal sole, se non accompagnate da batterie di stoccaggio di energia, che però necessitano dell’estrazione di altri metalli e della relativa produzione delle batterie stesse (quasi sempre in Paesi asiatici, dove gli ambientalisti sono più rari delle mosche bianche).
Le 109 centrali nucleari europee attive producono il 25% di tutta l’energia elettrica necessaria al continente (fonte Infodata Il Sole 24 Ore), con punte del 66% per la Francia, nazione che poi la rivende anche a noi italiani: in pratica la foglia di fico di non avere centrali nucleari sul nostro territorio viene poi spazzata via dall’importazione dalla Francia, dalla Slovenia o dalla Svizzera di energia prodotta con la tecnologia tanto aborrita dai talebani green nostrani.
La domanda sorge spontanea: non facevamo prima a tenerci le centrali nucleari, magari chiedendo ulteriori rafforzamenti dei criteri di progettazione e di sicurezza, senza buttare via l’acqua sporca con tutto il bambino? La risposta dovrebbe essere pleonastica, ma con certi bipedi (e relativa claque, soprattutto politica), che pensano di salvare il mondo ad es. imbrattando opere d’arte, non si è ancora trovato il codice di comunicazione da essi comprensibile.
Eppure dovrebbe essere facile capire che, se per produrre i pannelli e le pale a noi venduti, i cinesi stanno aprendo (saggiamente) decine di centrali nucleari e (disgraziatamente) anche decine di centrali a carbone o a lignite, il pianeta non è esattamente in sicurezza: non è meglio avere delle centrali nucleari sul nostro territorio, affiancate anche dalla produzione eolica e solare, per renderci autonomi da regimi non esattamente amici?
Quando scrivo di questi argomenti mi viene un minimo di sconforto nei confronti del genere umano, poi per fortuna il mio innato ottimismo mi lo fa passare velocemente e riprendo a scrivere…
Gerardo Altieri