Guardarsi dentro: la vera energia alternativa per cambiare

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Negli ultimi anni si fa (finalmente) un gran parlare dell’economia circolare e dei suoi benefici per l’ambiente (e per il portafoglio): mi sono sempre chiesto perché questa forma di buonsenso sia stata dormiente così a lungo, quasi che ci si dovesse vergognare di utilizzare fino in fondo qualunque materia prima o prodotto finito.

Sono un inguaribile ottimista, per questo credo che gli aumenti dei prezzi dovuti alla pandemia prima e la guerra poi abbiano portato a riflettere tante persone sulla effettiva necessità delle nostre spese, spesso non indispensabili, se non del tutto superflue. Lo so: su alcuni prezzi c’è anche una importante componente speculativa, che possiamo però contribuire a ridurre tutti noi (ricordate la legge dei grandi numeri?) ottimizzando le spese di cui sopra. Fatemi fare degli esempi molto pratici e semplici che tutti noi potremmo applicare nella nostra vita. Vi riporto alla mente ad es. un articolo che ho scritto qualche mese fa sul consumo di carburante: la benzina costa di più? E io applico dei comportamenti che mi permettono di risparmiare fino a 1.000 € l’anno, di richiedere meno prodotti da raffinazione della materia prima petrolifera e anche di produrre meno emissioni inquinanti.

La macchina va cambiata ogni 5 o 10 anni? E chi lo ha detto? Siccome le vetture più recenti hanno una qualità e una durabilità decisamente superiore a quelle del millennio scorso, perché non continuare a tenerle in ordine per un po’ più tempo, invece di investire ulteriori materie prime ed energia per produrne di nuove?

Questo ragionamento si può estendere a tantissimi ambiti, ad es. all’elettronica: i televisori di vecchia data non possono più ricevere la stragrande maggioranza dei canali? Invece di comprare un nuovo TV, perché non comprare solo un decoder da poche decine di euro, risparmiare soldi e continuare ad usare il vecchio TV? In questo modo le materie prime del televisore sono sempre le stesse, sfruttate ancor di più.

Devo dire che io applicavo già in passato questa filosofia, probabilmente grazie alla mia terra natia in cui è ancor presente la saggezza contadina, quella che dice: “prima di buttare, prova ad aggiustare”. Ebbene, mi sono reso conto che può essere estremamente proficuo e vantaggioso applicare questa filosofia anche… a noi stessi!

Pensate ad es. al vostro lavoro: se un processo, un prodotto, un servizio che voi producete non si rivelasse in linea con le aspettative iniziali oppure non fosse più lo state of the art, voi lo buttereste alle ortiche tout court, oppure prima vi chiedereste se fosse possibile utilizzarlo, anche solo parzialmente, per qualcosa di diverso dallo scopo iniziale? Perché sprecare il vostro sforzo materiale e mentale? E se nella vita privata cominciano ad accumularsi situazioni che vi creano disagio, avete mai provato a fare CONCRETAMENTE dei cambiamenti su voi stessi? Se il processo o il comportamento rimane lo stesso, a parità di attori protagonisti il risultato non cambia: il cambiamento che possiamo effettuare il più velocemente possibile è quello che riguarda la nostra persona, perché i cambiamenti degli altri li possiamo solo auspicare… Nel caso delle relazioni umane, che si fa: si rottamano amici e familiari?

Ma soprattutto facciamo in modo di essere in pace con noi stessi: le persone con cui ci relazioniamo possiamo cambiarle al limite anche tutte (non voglio immaginare l’esperienza traumatica derivante!), ma noi siamo unici e tutte le mattine, quando ci guardiamo allo specchio, dovremmo vedere una persona con cui stiamo bene. Noi non abbiamo (ancora?) dei cloni che ci possano sostituire se non ci piace ciò che vediamo o ciò che pensiamo: abbiamo però un numero infinito di gradi di libertà che ci possono permettere di affinare, cambiare, anche stravolgere le nostre caratteristiche, per adattarci ai cambiamenti delle nostre esigenze personali e degli ambienti fisici e sociali in cui viviamo.

Se la nostra persona non ci va più bene, non ne possiamo andare a comprare un’altra, magari con un bonus rottamazione: questo è l’unico prodotto che non si può comprare nuovo, nemmeno se fossimo Bezos o Musk…

Gerardo Altieri

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