Dall’età del rame al capitalismo: la perdita di senso dei bisogni dell’uomo

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Siamo tra il IV e il III millennio a.C., una grande scimmia antropomorfa batte forte con un femore sui resti ossei di una carcassa animale …..aspettate un attimo, ma questo è “2001: odissea nello spazio”!

No, in quel periodo non si era affatto così primitivi, anzi! Durante l’Eneolitico, o età del rame, avviene la più grande delle invenzioni dopo quella neolitica della ceramica. Entriamo infatti, nell’età dei metalli! Ma a cosa è legata questa definizione?

All’estrazione e alla produzione di prodotti composti da metalli lavorabili e principalmente, lo dice il nome stesso del periodo, questa svolta tecnologica comincia con il Rame.

Ma tutto ciò richiede una grande evoluzione, sociale, tecnologica ed economica. C’è da premettere che il rame non si trova facilmente. Noi in Italia siamo davvero fortunati, le miniere si trovavano sia in Toscana che in Trentino (utilizzate fino al medioevo e ora esaurite). Non è lo stesso per gran parte del resto del mediterraneo. Il rame verrà infatti commerciato e trasportato in lungo e in largo per tantissimi anni. 

Facciamo un salto in avanti fino all’età del bronzo. Il bronzo è una lega, composta da rame e stagno. Abbiamo già parlato del rame e delle sue vie, ma lo stagno? Principalmente questo materiale di trovava nelle regioni del nord Europa e nelle isole britanniche. Cosa vi fa capire questo? Che già nel III millennio a.C. vi erano delle vie, per mare e per terra, in grado di collegare il nord Europa con tutto il mediterraneo. Passando per mare si doveva circumnavigare la penisola iberica, con una navigazione di cabotaggio (quindi sempre molto vicini alla costa attraccando giorno per giorno) che però presupponeva la navigazione sulle coste oceaniche dell’Atlantico. Non cosa da poco. 

I metalli servivano a costruire attrezzi fondamentali sia per la guerra (armi), sia per la lavorazione dei campi, (falcetti, scortecciatori) ma anche ovviamente oggetti più ornamentali che funzionali come vasi, crateri bacili, scodelle e così via. Ma c’erano altri materiali, utili solo dal punto di vista decorativo, non funzionali per lavori di sostentamento, che prevedevano delle vere e proprie via di comunicazione apposite per il loro commercio come ad esempio l’ambra, proveniente dal mar Baltico e la porpora. Commerciata dai fenici durante l’età del bronzo veniva prodotta anche in Italia. Sulle coste della puglia abbiamo due importanti siti che ci parlano dell’importanza di questi commerci. Roca Vecchia, in provincia di Lecce e Coppa Nevigata in provincia di Foggia. Questi insediamenti, producendo un pigmento di valore eccezionale, dovevano essere per forza inespugnabili. Vennero così fortificati con mura imponenti, spesse fino a 5 metri come nel caso di Roca Vecchia. Un moderno caveau di una banca!

 Giunge ora spontanea una riflessione. Per quale motivo un sistema economico così complesso e organizzato su larga scala ha portato ad un’evoluzione continua fino ad oggi dove assistiamo invece ad un’involuzione?

La nostra società produce beni per produrli, consuma per consumare e continuare a prodotte. Il 20% della popolazione umana usa l’80% delle risorse del mondo e ci parlano ancora di crescita. Questo non sarà possibili! Bisogna ridistribuire la produzione e lo sfruttamento delle risorse (quando non sull’orlo dell’esaurimento) per pensare di poter continuare a mantenere questo tipo di regime sociale ed economico a livello mondiale. 

Personalmente da archeologa non mi preoccupo granché, l’essere umano cresce e decresce, acquista sapere e lo perde per acquistarlo nuovamente. Sono processi, formazioni, che si alternano, a volte mutano, ma si ripetono in maniera molto simile (senza appellarsi al filosofo Nietzsche!) l’uomo ha disimparato a produrre per il bene della comunità e produce solo per se stesso, per il suo bene e per il bene della fagocitante economia che non è più un mezzo, come durante l’età dei metalli, ma, ormai, è diventato il fine ultimo delle cose!

Citando il filosofo Hegel, quando un fenomeno aumenta di grandezza aumenta anche di importanza. Se prima i soldi servivano, come in epoca romana, per retribuire qualcuno e far si che i beni di scambio fossero trasportabili e trasmissibili con facilità, ora, con l’aumento del fenomeno monetario, il “soldo” non è più un mezzo ma il fine ultimo. Non si guadagna per spendere ma per accumulare guadagno! 

Questo processo collasserà ma dopo di questo ne verranno altri come è sempre accaduto nella storia dell’uomo. Chi sa che stavolta non si riesca ad imparare qualcosa dalla storia e non ci si ritrovi, come spesso fa l’umanità, ad ignorare le proprie origini. Come un eterno bambino che deve ricominciare ad imparare sempre da capo! Ho fiducia nell’intelligenza di chi vorrà imparare, come da un nonno saggio, ciò che la storia e l’archeologia insegna per vivere in un mondo più consapevole. Non vanificando gli sforzi di chi è venuto prima di noi ma ripartendo da questi per creare un’umanità più cosciente di sé, del mondo e del tempo.

Andrea Di Giovanni

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