TUTTI COLORI DELL’ARCOLBALENO

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In una città lontana vivevano due bambini, due grandi amici che dividevano tutto e si volevano davvero tanto bene. Si chiamavano Martina e Francesco. Amavano giocare insieme e si impegnavano tantissimo a tener pulita la loro città. Ogni mattina all’uscita di scuola andavano sulla spiaggia, o in un parco e raccoglievano l’immondizia che la gente del posto buttava per terra. Facevano davvero un gran bel lavoro.

Purtroppo un giorno si presentò nella città un uomo dall’aspetto davvero spaventoso. Il suo nome era Coronius. La sua presenza portò via tutti i colori, tutto era diventato grigio. Questo grigiore iniziò a far morire tante persone. La tristezza e la paura regnavano nella città.

PRIMA PARTE (SIMONE)

Martina e Francesco non sapevano cosa fare: avevano capito che per far tornare tutto alla normalità, dovevano tendere una trappola a Coronius.

Andarono nel parco e scavarono una buca molto profonda, ci misero la spazzatura che avevano raccolto per la città e poi la ricoprirono di foglie.

Per attirare Coronius, Martina e Francesco costruirono, davanti alla trappola, un arcobaleno con i Lego: pensarono che vedendo tutti quei bei colori, Coronius si sarebbe avvicinato per farlo diventare grigio.

Il piano funzionò perché Coronius cadde nella trappola.

Ma, quando i bambini guardarono dentro la buca, videro che Coronius era scomparso!!

                                      SECONDA PARTE (CHRISTIAN)

Martina e Francesco si guardarono stupiti e increduli. “Come è riuscito a scappare dal buco?”, pensarono i bambini. “Dobbiamo trovare subito un altro modo per acciuffarlo di nuovo!”

Martina e Francesco presero la bici e girarono per ore ed ore alla ricerca di posti colorati dove aspettare l’arrivo di Coronius. Finalmente trovarono un parco giochi tutto colorato dove tanti bimbi giocavano e scherzavano insieme.

“Lo aspetteremo qui”, disse Francesco. “La trappola con i lego non ha funzionato”!, disse Martina. “Ci vorrebbe un pizzico di magia per sconfiggere quel mostro mangia colori!” dissero.

Ma Coronius non tardò ad arrivare con la sua fame di colori. Allora Martina andò dai bambini dicendogli: “Dimostriamo a quel cattivone che solo la nostra gioia e felicità può donare luce e colori al mondo intero!”.

Allora i bambini, armati di coraggio, si diedero la mano e cantarono insieme.

TERZA PARTE (LORENZO D.F.)

Coronius, infastidito dal canto dei bambini, iniziò ad arrabbiarsi e diventò sempre più spaventoso.

Allora, i bambini, decisero di trovare un’ultima soluzione, sicuri che avrebbe funzionato.

Sotto allo scivolo, rannicchiato, c’era un vecchietto con una lunga barba grigia.

I bambini, incuriositi, si avvicinarono e gli dissero: “Chi sei tu? Cosa ci fai sotto allo scivolo?”

Il vecchietto rispose: “Io sono un vecchio mago. Sono rimasto solo e vivo in questo parco.”

“Sei un mago?” Chiesero i bambini. “Allora puoi aiutarci a sconfiggere il cattivo Coronius?”

“Certo!”. Rispose il mago. “Non vedo l’ora di spolverare il mio cilindro magico.”

Contento, il mago si alzò e, mettendo la mano nel cilindro, tirò fuori una boccetta con dentro una brillante polvere magica.

QUARTA PARTE (LEONARDO D.L.)

Martina e Francesco presero una manciata della polvere magica e dissero ai bambini di ricominciare a cantare.

I bambini iniziarono a cantare con tutta la voce che avevano.

Coronius, allora, sempre più arrabbiato corse verso i bambini e quando fu vicino Martina e Francesco gli tirarono la polvere magica brillante.

Coronius si pietrificò all’istante diventando una statua luccicante.

La polvere magica brillava sulla statua di Coronius, all’improvviso dalla statua iniziarono ad uscire tutti i colori che Coronius aveva mangiato, come un grande arcobaleno, il più grande arcobaleno del mondo.

Pian piano l’arcobaleno fece riprendere alla città tutti i suoi colori, il mangia colori Coronius, era stato sconfitto e il grigiore era sparito.

Da allora tutti si impegnarono a tenere la città più pulita perché avevano paura che Coronius potesse tornare, e senza più spazzatura vissero tutti più felici e contenti.

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