
Questa estate l’Italia ha mostrato di possedere formidabili risorse nell’ambito dei cosiddetti “sport minori”. Intanto sarebbe ora di finirla con questa distinzione che certamente non giova a motivare i talenti del volley come della ginnastica artistica o della scherma o del nuoto sincronizzato, che solo sottoponendosi a lunghe esercitazioni ed estenuanti allenamenti, hanno la possibilità di salire sul podio che è la vera molla che li spinge ad insistere, tenuto conto che i compensi di cui beneficiano sono effettivamente modesti.
Resta, come propellente per tanto impegno, la passione.
Perché è bene considerare questo elemento che poi prevale su tutte le frustrazioni che occorre superare come le palestre dagli spogliatoi spesso fatiscenti o le vasche delle piscine non riscaldate a dovere per ragioni economiche.
Forse però varrebbe la pena di considerare che tutte queste traversie finiscono per temprare il carattere di questi giovani campioni che, a dispetto di tutto e di tutti, si impegnano fino all’inverosimile, se è vero che le medaglie sono state di una quantità davvero impressionante.
Occorre poi considerare quale altro valore aggiunto si ottiene dalla pratica di questi sport.
Questi ragazzi e queste ragazze che si impegnano e fin dalla più tenera età, apprendono che il tempo è prezioso e che dissiparlo in occupazioni francamente inutili, significa davvero sottrarre ore rilevanti ad altre funzioni giornaliere.
In fondo, questi ragazzi danno una prova di loro stessi che si può andare avanti anche con ingaggi modesti e mettendosi al riparo dalle tante insidie della vita contemporanea come uso di sostanze stupefacenti o dipendenza dallo smartphone in forma ossessivo-compulsiva che per molte fasce dei loro coetanei rappresenta una realtà.
Vogliamo allora approfondire e cercare di cogliere qual è la formula vincente che permette a questi bravi ragazzi e queste brave ragazze di ben rappresentare il proprio Paese, restando immuni da qualsiasi seduzione certamente pregiudizievole per il loro successo?
La mia attenzione non può non rivolgersi ai loro allenatori, istruttori, presidenti di associazioni che spesso, rimettendoci di tasca loro, investono tutte le energie possibili perché i loro ragazzi siano ripagati dai tanti sacrifici a cui vanno incontro.
Allora uno sguardo pieno di riconoscenza va a questa classe di promotori dello sport che, a buon diritto, vanno indicati alla collettività come risorse eccellenti.
Stiamo parlando, infatti, di soggetti dalla personalità forte che sanno suscitare nei loro ragazzi una grande progettualità, ma questo è possibile solo se viene attuato un mix favorevole, cioè una miscela fatta di empatia, resilienza, valorizzazione, educazione alla stima di sé.
Credo che il Paese debba fare di più perché crescano e si evolvano leve di dirigenti dei cosiddetti sport minori che davvero costituiscono un deterrente ai degradi delle fasce giovanili.
Credo sia possibile e pensabile percorrere una strada simile, proprio sull’onda di queste clamorose affermazioni e senza dover ricorrere a soluzioni di sport fiancheggiatori di idee politiche, assolutamente lontani dal nostro comune sentire.
Ernesto Albanello