Le strade della lealtà son sempre rette

0
96

Il dovere di comportarsi secondo il principio della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque rappresenta il principale parametro di condotta per tutti. “Poiché in ogni ricerca vi sono principî, cause o elementi, e il conoscere e il sapere consistono nella conoscenza di questi  noi diciamo infatti di conoscere una cosa, solo allorché possediamo la conoscenza delle cause prime e dei principî primi, fino agli elementi semplici” ARISTOTELE,  sembra opportuno avviare la nostra ricerca sulla natura dei principî costituzionali fondamentali e sui loro rapporti con i valori dalla ricostruzione in chiave storica del concetto di principio, anche secondo prospettive diverse da quella strettamente giuridica. Tutti i principî hanno un che di comune: sono il primo termine dal quale trae inizio o l’essere o il divenire o il conoscere; dei principî, poi, alcuni sono inerenti alle cose delle quali sono principî, altri sono esterni a quelle cose. Perciò sono principî anche la natura, l’elemento, il pensiero, la scelta, la sostanza e lo scopo: e infatti il principio del conoscere e del divenire per molte cose sono il buono e il bello.

E Proprio in quanto virtù dai mille vantaggi, la lealtà non conosce vie meridiane ed è tra i principi del lieto vivere  e come  diceva Confucio: «Mettete la lealtà al di sopra di ogni cosa, e non abbiate paura di correggere i vostri errori» ,le piccole e grandi bugie, le furbizie, i detti  e non detti, sono tutte cose che possono procurare (modesti) vantaggi nell’attimo breve del tempo, ma alla lunga è la lealtà, l’avere una parola e rispettarla,  che rende una persona più credibile, più autorevole e più attraente. È solo una questione di tempo. È sempre più evidente lo scarto tra il bisogno diffuso di lealtà e le dinamiche correnti che di fatto lo intrappolano o lo sviliscono. Fino a consegnarci una pratica distorta della lealtà, che pretende di far passare per tale la sfacciataggine o l’ostentata voglia di perseguire apertamente solo i propri interessi. Il Codice Etico promuove i principi della correttezza, dell‘onestà e della lealtà nelle attività sportive, e più in generale promuove rapporti sociali basati su correttezza di comportamenti, atteggiamenti e linguaggio per evitare episodi che generino discredito o reputazione negativa,  generalmente  si confonde la lealtà con la mancanza di pudore. E la lealtà viene ridotta a un ideale, sì, ma che non obbliga. Un’aspirazione inconcludente o, peggio, un bene non spendibile in una quotidianità avvezza ad assicurare vantaggi solo a chi pratica mezze verità, vive di furbizie e ricorre a detti e non detti. 

Lealtà, secondo Terenzio, si è pura e perfetta fede e non mostrare una cosa per un’altra. E puossi appropriare la lealtà alle grue, che hanno uno loro re, e tutte lo servono più lealmente che niuno altro animale serva al suo signore; e la notte quando dormono, mettono il re in mezzo, e stannogli tutte intorno, e sempre mettono due o tre guardie, perch’elle non si addormentino; e tengono l’uno piè in terra e l’altro levato, e nel piè levato tengono una pietra, chè se il sonno gli abbattesse, la pietra gli caderebbe dal piede: e questo si è tutto per la grande lealtà che si portano insieme, e per non fallare al re, nè a loro compagnia, che stanno alla loro sicurtade. Giovenale dice: Tutte le cose del mondo altri le biasima, altri le loda, se non due lealtà e verità; queste sempre si lodano. Longino dice: Per tre cose può l’uomo venire in grande stato, usando lealtà, dicendo verità, e non pensando cose vili. 

Sulla fiducia si costruisce la lealtà. Lealtà è legame, alleanza, sintonia, accordo in vista di obiettivi da raggiungere e percorsi da costruire insieme. La lealtà dev’essere coltivata da chi fornisce gli obiettivi dando adeguate spiegazioni e motivazioni. Nella lealtà la volontà si impegna per un fine, un obiettivo. E la volontà è questa facoltà complessa che implica che colui che vuole, obbedisca anche a ciò che vuole. Colui che vuole dà un comando a sé stesso e vi obbedisce. La capacità di volere è importante per l’edificazione di una persona che sappia determinarsi eticamente. Se il legame di lealtà, non di fedeltà cieca o di adulazione, non viene posto in essere, si aprono gli spazi per atteggiamenti individualisti, di difesa di sé, di arroccamento al proprio posto. L’etimologia di lealtà rinvia anche alla legge e all’elezione, alla scelta: la lealtà è scelta quotidiana. Il leader, chi governa e comanda, deve saper farsi scegliere ogni giorno come leader: egli non lo è solo in virtù del suo ruolo, ma deve saper meritare quotidianamente sul campo la conferma. Se per farsi accettare e ri-scegliere, i capi diminuiscono ogni giorno la loro serietà e si fanno meno esigenti, tolgono fondamento alla loro stessa autorità. E allora si cade nella collusione, nella mentalità mafiosa. C’è un comportamento mafioso che si materializza in lobby, cricche, cordate, complicità, coperture reciproche, scambi di favori, creazione di amici-alleati e di relativi nemici. La lealtà poi, si accompagna alla sincerità.

Sincerità, lealtà e rispetto portano a un uso della parola veritiero, che non calunnia, non intimidisce, non ricatta, dunque l’etica è la modalità con cui l’uomo abita il mondo, e lo abita con altri uomini. Come la casa delimita un territorio, segnala un dentro e un fuori, dà riparo e sicurezza, così l’etica traccia confini, ispira regole, delimita ruoli e funzioni, segnala ciò che è da fare e ciò che è da evitare. L’etica è la casa degli umani, essenziale per il loro abitare il mondo.  Cosa può esserci all’origine della lealtà, l’antropologia ci dà una risposta interessante. Questa dimensione sembrerebbe aver funto, in passato, da meccanismo di sopravvivenza. In quell’epoca ancestrale così diversa e piena di pericoli, ricevere l’aiuto e il sostegno dei membri del gruppo era fondamentale per la sopravvivenza. Oggigiorno il contesto è cambiato. Tuttavia, in qualche modo, continuiamo ad avere bisogno di quella vicinanza e sicurezza da parte delle persone a noi care per sentirci bene. Significa dare all’altro le nostre attenzioni, il rispetto e un impegno costante, grazie ai quali sapere che non verremo traditi. Grazie ai quali capire che in questo comportamento non ci sono interessi occulti o doppi fini.

 Il conflitto politico centrale nelle democrazie di fine secolo fra destra e sinistra, fra libertarismo ed egualitarismo democratico; che cosa dobbiamo al vecchio Marx; quale etica per la politica; le ragioni della bioetica; che cosa il lessico europeo suggerisce a proposito dell’Unione Europea; l’idea di discussione pubblica nell’era dei talk show; le sfide per la teoria della giustizia internazionale ai tempi della globalizzazione; la ricorrente questione dei rapporti fra filosofia e politica; l’elogio dell’imperfezione; l’idea di lealtà civile. A lealtà un tempo era questione di onore e di amor proprio, due concetti piuttosto obsoleti nella nostra epoca. Oggi essere leali è difficile e non è obbligatorio in una quotidianità che regala vantaggi solo a chi vive di furbizie e di mezze verità. La persona leale è in sintonia con i propri valori e rispetta gli altri e in questo rapporto non c’è spazio per bugie o secondi fini. Non è solo una forma di sincerità verso l’altro ma un patto fiduciario che tiene saldo il legame tra due persone negli affetti. La lealtà diventa in tal senso una virtù seduttiva e implica essere sinceri e mai accondiscendenti. Difficile perseguirla in un mondo nel quale l’amicizia come l’amore sono diventati un contatto in rete ed è sempre più raro incontrare persone degne di stima che mantengono la parola data, capaci di andare oltre ogni calcolo personale. La nostra società ha sempre più bisogno di persone leali che agiscono con sincerità e franchezza e rifuggono dalla finzione e dalla necessità di perseguire apertamente i propri interessi.

Dopo l’ultima cena, mentre Gesù e i suoi discepoli andavano verso il monte degli ulivi, Gesù dichiarò che i discepoli sarebbero stati scandalizzati da ciò che sarebbe avvenuto quella notte. Pietro promise lealtà a Gesù, qualsiasi cosa sarebbe avvenuta, ma così non fu: Matteo 26:33-35: “Allora Pietro, rispondendo, gli disse: «Quand’anche tutti si scandalizzassero per causa tua, io non mi scandalizzerò mai!». Gesù gli disse: «In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli disse: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò in alcun modo». Lo stesso dissero anche tutti i discepoli.” La vera lealtà deve essere dimostrata in fatti, non proclamata a parole.

Nei momenti di difficoltà e di crisi che si testa e si mostra questo sentimento, spesso all’interno di un rapporto qualunque esso sia, durante il proseguimento e la direzione di una relazione, di un progetto, il raggiungimento di un obiettivo. Chi è leale vive meglio e la lealtà ci rende più liberi e più sereni con la nostra coscienza.

Maria Ragionieri

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui