Leali

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“La lealtà, la lealtà è un debito, e il più sacro, verso noi stessi, anche prima che verso gli altri. Tradire è orribile”. Chiosava ripetendo due volte il concetto del tradimento Luigi Pirandello. E chi meglio del premio Nobel per la Letteratura, che ha scritto in diverse opere delle relazioni umane e dei sentimenti che le animano e governano. E quindi inevitabilmente anche dell’essere leali o traditori. Che si tratti di amore, amicizia, rapporti di lavoro. Noi siamo le nostre relazioni e spesso, anzi quasi sempre, la qualità della nostra vita ne è più condizionata che dagli aspetti materiali. Pensate a come tutto vada bene quando siamo felici o innamorati. O peggio come esperienze negative ci condizionino anche nella vita di tutti i giorni, colpendo perfino la nostra operatività.

Senza scomodare teorie karmiche, secondo cui comportamenti virtuosi in vita garantiscono un miglioramento delle proprie possibilità presenti e future, la lealtà è un concetto che in qualche modo ci tormenta. Ci viene predicata, insegnata come valore assoluto e ci sforziamo di essere leali. Ma perché facciamo tanta fatica? Perché un comportamento che dovrebbe essere naturale, spesso lo concepiamo come un comandamento? Ci soccorre qui la filosofia e la religione. Anzi in un certo senso l’intera storia del pensiero umano, arte e letteratura comprese, forniscono una serie nota di atti di lealtà e del suo opposto: slealtà o tradimento che vogliamo chiamarlo. Da Adamo ed Eva, ad Ofelia e Otello, sono sterminati gli esempi di tradimenti, mancanza di lealtà che fanno parte dell’immaginario collettivo. E che, spesso allo stesso tempo, costituiscono atti contrari alla morale – spesso cattolica – del tempo in cui accadono. Pensate solo a come è cambiato il concetto di fedeltà, che è la lealtà matrimoniale. Cosa accadeva alle donne accusate di adulterio nel passato, e come oggi sia un po’ diverso. Ma più che in ambito personale è l’amicizia il sentimento che più viene investito dai dubbi: è giusto raccontare tutto o scegliere solo determinate cose, solo perché vogliamo/dobbiamo essere leali a qualcuno?!? Dobbiamo essere sempre schietti con l’amico/a di turno? Essere sinceri, in fondo, è l’altra faccia della medaglia dell’essere leali. Non a caso sono i due aggettivi con cui si identifica un amico. Specie se di lunga data. Quelli a cui credi senza riprove, sulla parola, appunto perché sono sempre stati leali e sinceri.

Ed è spesso inevitabile che i dubbi di lealtà investano l’ambito lavorativo. Chi non ha avuto conflitti che hanno messo in dubbio la propria lealtà verso i propri colleghi/superiori. E spesso essendo l’ambiente di lavoro come una “seconda famiglia” i comportamenti e i sensi di colpa non sono poi così dissimili. Con il risultato che spesso siamo, viviamo, senza tregue. Senza spazi di tranquillità, perché mentire costa. Molto a livello emotivo. Anche a chi è più avvezzo a farlo. Un costo che non avremmo, un peso che non dovremmo sopportate se vivessimo lealmente. E alla lunga ci guadagneremmo in serenità. Su cui spesso si innestano i momenti di felicità, che agogniamo più di tutto. 

Angela Oliva

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