LGBTQIA+ è il movimento politico e sociale che sostiene la diversità e cerca più rappresentanza e diritti per la comunità. Il suo nome dimostra la sua lotta per una maggiore uguaglianza e rispetto per la diversità. Nel crescere ciascuno di noi cerca il proprio posto nel cerchio della vita, il proprio senso di esistere, i valori che costituiscono la linfa dello sviluppo e le relazioni che colorano e rispecchiano il proprio essere. Possiamo chiamare questa costruzione identità, il processo che porta alla differenziazione degli individui gli uni dagli altri.
L’identità personale, pur consolidandosi, non si può mai dire compiuta. Probabilmente si riducono le possibilità, ma vi sono sempre spazi di cambiamento, riassestamento e modifica. Sono molte le considerazioni che si possono sviluppare a partire da questa breve riflessione modificazioni dell’identità maschile e femminile nella costruzione del rapporto con gli altri membri della società. Nascere non significa solo abbandonare il grembo materno e staccare quel cordone ombelicale che unisce il nuovo essere alla madre, acquisendo così una sia pure limitata autonomia. Il passaggio dalla vita intrauterina a quella extrauterina è certamente un momento rilevante per la vita dell’essere umano, ma non è quell’atto decisivo e singolare che potrebbe apparire. È il primo, non l’unico, atto di nascita, poiché il processo di nascita in questo lungo, complesso, rischioso e spesso traumatico itinerario di “nascita”, è particolarmente impegnato chi si affaccia alla vita e lentamente costruisce – ora per ora, giorno per giorno – la sua personalità individuale e sociale, quella personalità che costituisce la sua identità. Tutta la vita di un individuo non è altro che il processo di far nascere progressivamente sé stesso. Divenire progressivamente adulti significa non solo o non tanto liberarsi da una condizione di dipendenza dai genitori acquisendo una sufficiente autonomia, quanto principalmente strutturare una personalità che non sia conformisticamente imitativa di modelli esterni prefissati da altri aprirsi a rapporti di confronto e di solidarietà con gli altri; sapersi costruire un’identità che sia vera, originale, valida, propria. Entro il complesso processo di costruzione della propria identità, il nostro tempo ha visto emergere come problema anche quello dell’identità sessuale intesa come identità di genere, nella storia dell’umanità il rapporto fra appartenenza sessuale e costruzione dell’Io personale si è sviluppato entro uno schema considerato naturale, permanente e obbligato, apparentemente senza problemi, secondo modelli consolidati e destini di vita predefiniti. Gli uomini, per sentirsi pienamente parte di una comunità devono riunirsi sotto una sigla: l’identità viene cercata e trovata nell’apparenza, nell’altro che ci fa da scudo e conferma. Un’importante distinzione è la differenza tra sessualità, sesso e identità di genere. La sessualità fa parte dell’identità della persona e si riferisce alla sua attrazione romantico/sessuale. Il sesso è un termine biologico che ha a che fare con le caratteristiche fisiche del corpo. Ci sono tre sessi: quello maschile, quello femminile e l’intersessuato che presenta i caratteri biologici sia del maschio che della femmina.
D’altro canto, il genere fa parte dell’identità della persona e si riferisce al modo in cui essa si vede e si mostra agli altri: l’individuo in cui sesso e identità di genere coincidono, ad esempio una persona biologicamente maschio che si identifica come tale, si definisce cis-gender Nella stragrande maggioranza dei casi, la nostra cultura dà per scontato che le persone siano eterosessuali e cis-gender. Per quelle che non lo sono, questa può essere un’esperienza distruttiva; le persone LGBTQ sanno di avere qualcosa di “diverso”. Dal confronto e dai percorsi formativi di molti anni sulle discriminazioni sono emerse le modalità per saperle riconoscere ed individuare gli strumenti adeguati per difendersi da esse, specialmente nei luoghi di lavoro. Circa un milione dei ventitré milioni di persone che lavorano in Italia è omosessuale, bisessuale o transessuale. Un milione di lavoratori di cui però si sa davvero poco. Il fortissimo stigma sociale legato al diverso orientamento sessuale e all’identità di genere costringe ancora la stragrande maggioranza dei lavoratori a non palesarsi sui luoghi di lavoro. Vivere una vita “nascosta” sul lavoro è una condizione enormemente stressante e la paura di essere scoperti, discriminati può avere un impatto significativo sulla qualità delle prestazioni lavorative e l’indisponibilità a condividere notizie e informazioni su di sé può essere spesso interpretata come un’incapacità di costruire rapporti e lavorare in team. Quando si leggono notizie su persone che fanno parte della comunità LGBTQIA+, spesso si trovano espressioni che riducono l’identità di una persona alla scelta o – peggio – alla malattia. Così come non si sceglie di essere eterosessuali e/o cisgender, non si sceglie di provare attrazione per persone del proprio stesso genere e/o di essere transgender, per esempio. Parlare di scelta implica parlare di volontà e di possibilità di intraprendere un’altra strada, una strada fatta di privilegi, per cui non si rischiano micro e macro aggressioni per il solo fatto di esistere. Se fosse davvero una scelta, probabilmente qualcuno sceglierebbe di non rischiare la vita tutte le volte che esce di casa. Con i recenti aggiornamenti, è comune avere dubbi sul significato dell’acronimo lgbtqia+. Il movimento che cerca di lottare per i diritti e l’inclusione delle persone di vari orientamenti sessuali e identità di genere. Nel corso degli anni, il movimento ha subito trasformazioni ed è arrivato a includere persone non eterosessuali e non cisgender. Per questo motivo, nuove lettere furono incluse nel suo acronimo e sorsero dubbi sul significato di ciascuna di esse. In conclusione, LGBTQIA+ è il movimento politico e sociale che sostiene la diversità e cerca più rappresentanza e diritti per la comunità. Il suo nome dimostra la sua lotta per una maggiore uguaglianza e rispetto per la diversità.
Maria Ragionieri