Ne parliamo con un giovane investitore italiano
Una torrida giornata di fine Agosto, in Salento.
Il mare non è distante dal luogo dell’appuntamento, riesco persino a riconoscere i riflessi sull’acqua. Il venticello tipico di queste zone mi scompiglia i capelli regalandomi un po’ di sollievo. Il sole sta lentamente lasciando la scena alla Luna, mai così piena.
Da lontano vedo arrivare un ragazzo magro, con una camicia di lino grigia e un pantalone color panna. Si avvicina a me, ma prima di rivolgermi la parola con il suo accento siciliano, getta un’occhiata all’orologio per assicurarsi di essere arrivato puntuale:
“Sei Marco?” mi chiede lui.
“Si”, rispondo con un sorriso, “e non preoccuparti, non sei in ritardo. Sono io che gioco sempre d’anticipo”. Nicolò mi fa un sorriso, si siede accanto a me e in un secondo ecco che arriva la cameriera. Chiede un Aperol.
“Come posso esserti d’aiuto?” mi chiede in modo fermo ma educato.
“So che lavori in borsa. Sto scrivendo un articolo per La Città Magazine. Ti va di fare una chiacchierata?”.
“Si. Ma su cosa?” mi dice lui sorridendo.
“Su come fai a lavorare in Borsa da tre anni senza dover più fare altri lavori…”.
“Aspetta… Ti hanno informato male. È andata così fino a quando non c’è stata la pandemia. Poi le cose sono precipitate”.
“Cioè? Non fai più questo mestiere?”.
“Certo che lo faccio. Ma il rischio di perdere è più alto di prima… Prima guadagnavo di più”.
“Raccontami la tua giornata tipo”.
“La mattina mi sveglio e controllo i titoli della Borsa italiana. Anziché concentrarmi sui Bitcoin o le criptovalute, io sono della vecchia scuola: studio le aziende italiane, e cerco di capire dove puntare dei soldi…”.
“Quanti soldi?”.
“Dipende. Diciamo che se vuoi vedere un profitto devi almeno giocare con somme a tre, quattro zeri. Io individuo la società su cui puntare, e punto dei soldi. Non appena le azioni che ho comprato hanno un valore più alto rispetto a quando le ho comprate, allora me le rivendo”.
“Gli italiani sono dei gran risparmiatori. Solo alcuni decidono di puntare in borsa anziché tenersi i soldi in banca…”.
“E fanno male… Perché i tempi sono cambiati. L’inflazione potrebbe far scendere il valore dei propri soldi dell’8% in un anno! Risparmiare e basta, oggi, potrebbe non essere abbastanza per garantirsi un futuro…”.
“Oddio…Spiegati meglio!”.
“Se quest’anno tu hai 10000 euro in banca, l’anno prossimo quei soldi non avranno lo stesso valore, per via dell’inflazione. È inutile tenere quei soldi fermi in un conto, perché dopo un anno avrai centinaia di euro in meno. È l’effetto dell’inflazione, ma anche di un sistema dove la speculazione regna sovrana”.
“Quindi tu consigli di investire…”.
“Investire è l’unico modo per acquistare un qualcosa che poi puoi rivendere a un prezzo maggiore… E quindi garantirsi un’entrata extra rispetto ai salari bassi del nostro Paese. Ma è un gioco che devi saper fare. Chi, per esempio, ha investito delle forti somme di denaro nelle case farmaceutiche prima della pandemia, adesso potrà sicuramente rivendere le proprie azioni a un prezzo molto più alto. Pfizer, durante la pandemia, è cresciuta a dismisura! Chi ha investito in Pfizer poco prima della pandemia ha fatto sicuramente un affare”.
“Gli italiani sono un popolo di risparmiatori…”.
“E lo sono anche io. Sono nato a Palermo e lavoravo in una concessionaria. Poi ho cominciato a studiare le azioni in borsa. Sono tre anni che faccio solo questo: la mattina mi sveglio, cerco di capire su quale azienda puntare e ci punto. Quando un’azienda sta andando parecchio bene, le sue azioni tendono ad aumentare di prezzo. È lì che poi rivendo quello che ho comprato”.
“Sono informazioni un po’ nebulose…”.
“Allora, il trucco è questo: tu compri una cosa a un prezzo più basso e poi devi essere bravo a rivenderla a un prezzo più alto. In Borsa, però, non compri cose ma azioni. La bravura sta nel…leggere il futuro”.
“Cioè?”.
“Cioè: devi capire se le cose che hai comprato possono perdere di valore…”.
“E come si fa?”.
“Bisogna studiare. Esempio: tu compri delle azioni Apple. E le compri a un prezzo alto, perché è Apple. Il giorno dopo esce un articolo in cui si dice che il nuovo IPhone della Apple è pieno di difetti, e Apple ammette che si tratta di un brutto difetto di fabbrica.
In questo momento, vendere le azioni che tu avevi comprato a una cifra alta non conviene affatto! Supponiamo poi che Apple faccia un nuovo telefono superiore a tutti quelli usciti in precedenza, e tutti parlano di questo ultimo prodotto in un modo positivo. Beh, questo potrebbe essere un buon momento per vendere, non credi?”.
“Si, credo di sì…Senti, ma quanto guadagni ogni anno?”.
“Dipende… Ogni anno è diverso, ma in generale riesco tirare su 100.000 euro l’anno. Non è un gran business, è vero, ma è quel che mi basta per mandare avanti la mia famiglia. E soprattutto, lavoro in proprio. Mi basta avere una buona connessione a internet… E poi penso anche a un’altra cosa: in un periodo storico dove, attraverso grandi strategie di marketing ci spingono a comprare sempre più cose, l’idea di poter speculare io stesso su dei marchi mi galvanizza. Lo ammetto. Mi fa sentire…Meno debole…”.
“Che vuoi dire?”.
“Senza saperlo passiamo la nostra vita a dare informazioni alle grandi aziende attraverso i social. Queste aziende ci portano verso l’acquisto di determinati prodotti, che spessissimo non sono necessari per la nostra vita, se ci pensi. Passiamo il nostro tempo a comprare, e questo inevitabilmente ci porta a spendere. A volte spendiamo più di quanto possiamo, succede a tantissimi italiani, ed ecco che si accumulano dei debiti che distruggono le famiglie. Senza saperlo siamo bombardati di proposte di acquisto. Per me investire nelle aziende italiane attraverso le azioni è un modo per comprare qualcosa che poi può tornarmi indietro”.
“È un concetto interessante… Ma credi che solo la borsa possa dare queste soddisfazioni?”.
“No, niente affatto. Ad esempio, investire nell’immobiliare nelle città giuste può essere un’altra chiave per poter investire i propri soldi. Il fatto è che non tutti riescono a permettersi un appartamento da mettere in rendita e poi ci sono tantissime spese da affrontare. Tuttavia è una strada assolutamente da seguire…”.
“E poi? Su che cos’altro gli italiani possono mettere al sicuro i propri soldi?”.
“Sicuramente sui beni rifugio”.
“Spiegati…”.
“I beni rifugio sono i Rolex, ad esempio. Si tratta di oggetti che, con il tempo, acquisiscono sempre più valore anziché perderlo. Vale lo stesso discorso anche per alcuni settori del collezionismo. Ma, di nuovo, il primo passo è conoscere… Senza conoscenza si possono fare scelte scellerate. Comprare un oggetto di valore, che non perde valore, è già un primo passo per non tenere i soldi in banca”.
“Ma perché hai tutta questa paura del tenere i soldi in banca?”.
“Per l’inflazione, lo dicevamo prima. I soldi possono perdere valore, nel tempo. Gli oggetti o le cose che con quei soldi si possono comprare no!”.
“Parlando di cinema, c’è un film meraviglioso di Martin Scorsese. Si chiama The Wolf Of Wall Street, lo hai visto?”.
“Certo… È un capolavoro”.
“Ecco: nel film c’è una scena in cui si dice che Wall Street ‘is a fugazi’: è un fake, in buona sostanza”.
“Ma certo, è sicuramente così. Molto spesso alcune aziende esplodono (e così anche le loro azioni) un po’ a tavolino… E questo ci porta, noi investitori, a vedere i soldi non come un vero e proprio valore ma come uno strumento per provare a speculare, anziché subire le immense spese che la società moderna ci porta a fare”.
“Un concetto rivoluzionario… Non so quanto sia giusto…”.
“Purtroppo sembra essere l’unico modo per sopravvivere. Mentre i Paesi nordeuropei hanno avuto un’educazione su Finanza e investimenti, per gli italiani parlare di questa roba è come parlare di una possibilità per farsi fregare”.
“Delle cripto cosa ne pensi?”.
“Che ormai sono una realtà. Ma preferisco concentrarmi sulle aziende italiane piuttosto che sui bitcoin. Strategie…”.
“Degli ETF (Exchange Trading Fund) cosa ne pensi?”.
“Dal 2007 pare essere un buon modo per investire. Anziché comprare le azioni di una singola società, si compra un ‘paniere’ delle migliori azioni in borsa. È interessante”.
“Un’ultima domanda prima di salutarci: hai mai visto il film The Social Network?”.
“Certo. Il film sulla nascita di Facebook, giusto?”.
“Esatto. Quanto è importante, secondo te, avere nuove idee?”.
“È fondamentale. Ma il problema è che non tutti riescono ad essere creativi, in questo mondo. Per questa ragione è importante usare la speculazione a proprio vantaggio, anziché subirla”.
Nicolò, camicia di lino grigia e un pantalone color panna, si alza dalla sedia. È uno dei pochissimi investitori giovani in Italia a investire sulle aziende di casa nostra. Mi fa un sorriso. Mi chiede di rimanere nell’anonimato. Poi gira i tacchi, e scompare all’orizzonte tra la foschia che mischia il giorno con la notte.
Marco Cassini