“ Va benissimo. In famiglia nessun problema, sul lavoro va alla grande, con gli amici tutto come al solito, cioè bene. C’è solo questo attacco di panico che viene ogni tanto, veramente forte, ma è tutto a posto”. Una frase pronunciata da alcuno, quindi, anche se la vita “ufficiale” sembra andare bene, è necessario aprirsi all’idea che, dietro questa funzionalità apparente, c’è qualcosa che non va espressione di un disagio, la deduzione è che il disagio in questione deve essere importante, dato che riesce, ogni tanto e via via sempre più spesso, a bucare la spessa tela di negazione che lo copre e, anche se per poco, a fermare la persona nella sua intransigente marcia quotidiana. Il panico è spesso la spia della necessità urgente di dare spazio al principio del piacere, alla libido, che potrebbe essere stata rimossa dal quotidiano in nome di ruoli magari anche gratificanti a livello mentale, ma non a livello emotivo o affettivo, esistenziale. Ridurre l’efficientismo e rivedere la propria immagine apre lo spazio e il tempo per cominciare a dare ascolto alle emozioni, ai desideri profondi, ai malesseri e alle paure, vivere la vita secondo le proprie scelte.
Chi, almeno una volta nella vita, non ha pensato, sognato, immaginato, di scappare, di far perdere le proprie tracce, per iniziare a vivere una vita nuova, lontano da tutti, una vita voluta e non subita, perché quel “vivere davvero” dettato da Pirandello, presuppone che c’è ci sia chi una vita SUA non ce l’ha e vive una vita artefatta e artificiosa Una vita che ha il sapore della messa in scena. E ammettiamolo, la provocazione di Pirandello non è poi molto lontana dalla nostra realtà piena di vite falsate, mai vissute, mai scandagliate. Veniamo al mondo pieni di energia, cresciamo con la curiosità addosso, con una mente attenta, pronta a cogliere il battito d’ali di una farfalla che ci svolazza davanti al naso, fin da quando nasciamo gli altri ci dicono che il mondo è in un determinato modo, e naturalmente noi non abbiamo altra scelta che accettare che il mondo sia come gli altri ci hanno detto che è, sei ancora un ragazzino, ma sei già diventato l’ombra di quello che eri. Non fai neanche in tempo a porti qualche domanda, su la “vera vita” che già ti ritrovi ingabbiato e tradito, senza il tuo consenso e senza alcun preavviso. Non possiamo bloccare i nostri pensieri, ma possiamo ascoltarli con consapevolezza, curiosità, senza paura e senza giudizio. Dunque la miglior scelta è la felicità una vita dove c’è la realizzazione dei propri sogni ma la felicità dove regna? L’accettazione della realtà facilita la realizzazione dei tuoi sogni perché comprendi finalmente come stanno le cose e apri il cuore che tenevi chiuso e ascolti i consigli di chi ti vuole bene.
Ma quale è il vero problema della scelta di vita ora che il problema del vivere, alla base, è un problema economico. E questo da solo è brutto abbastanza, anche in un periodo di cosiddetta «normalità». Ma la vita è stata considerevolmente complicata ultimamente, in vari modi: dalla guerra, da problemi di libertà personali, e da «minacce» di un tipo o dell’altro. Si sono creati aspri antagonismi. Stiamo subendo la pessima miscela di alti prezzi e disoccupazione. È una condizione mondiale: risultato di una guerra mondiale.
Ma la scelta di vita può avere varie origini per esempio c’è un problema di prospettiva. La vita, in due settimane sulla cima di una montagna, mostra tante cose sulla vita nelle altre cinquanta settimane giù in basso. Queste ultime potrebbero anche essere viste nel loro insieme, a parte il caldo, il sudore, le irritazioni, Ci sarebbe l’occasione di tirare un respiro, di studiare le forze dinamiche della natura, e le possibilità di scaricare un po’ su di loro il peso portato sin d’ora rilassando la mente che ti permette di fare una scelta oculata e positiva.
Una vita vissuta a pieno non è semplice, priva di problemi o di ostacoli da superare. Anzi una vita intensa e bella si fonda sulla crescita, sul progresso e questi due fattori non possono esistere senza ostacoli da superare e nuove condizioni da creare.
Concepire la vita come un continuo progresso non significa però non essere capaci di godersi ciò che si ha. Anzi vuol dire sfruttare il bello presente nello specifico momento e trasformarlo in energia per crescere al prossimo livello. Gli ostacoli quindi vanno visti come opportunità di crescita, come strumenti per forgiare la nostra capacità di adattamento.
Il senso dell’esistenza si esprime e si palesa attraverso un percorso di sviluppo e di formazione che muove l’essere umano dalla riflessione del mondo delle illusioni al mondo dell’essere e lo conduca a riconoscere la vetta più alta dell’essere. Che è il bene.
La bussola nella scelta di vita che ogni essere umano deve assumere e condurre a termine risiede nel comportamento morale.
Fortunatamente, prima o poi, a forza di cercarlo ovunque, si scopre che il senso della vita è nella vita stessa. Insomma, come dicono i maestri della tradizione Zen: «La meta del viaggio è il viaggio stesso».
Maria Ragionieri