
È marchigiano uno dei ricercatori nel team della NASA
Nessun sogno è impossibile da raggiungere se mosso da passione, dedizione e tenacia. Marco Venernda è il giovane ricercatore marchigiano che sta portando avanti il suo sogno diventando un membro del team della missione Mars 2020 coordinata dalla NASA. Classe 1987, ha un dottorato in chimica analítica e oggi è un ricercatore nel campo dell’esplorazione spaziale. Come membro del gruppo ERICA dell’Università di Valladolid (Spagna), ha partecipato allo sviluppo di SuperCam, uno strumento analitico a bordo del rover Perseverance della NASA, atterrato su Marte nel febbraio del 2021. Inoltre, partecipa alla missione ExoMars dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), coinvolta nell’invio del primo rover Europeo su Marte per cercare tracce di vita passata o presente. Marco è in Spagna, dove lavora e vive.
La storia di Marco è così avvincente da essere stato invitato in qualità di speaker al TedXAscoli Piceno dello scorso ottobre. Con semplicità, in un video collegamento ha raccontato la sua storia e il suo viaggio lasciando la platea sognante per le meraviglie che la ricerca spaziale può riservare.
Al TedXAscoli Piceno nel raccontarti, sei partito dall’importanza di credere nelle proprie capacità per inseguire i sogni. Quale è stata la tua esperienza?
Dopo aver conseguito la Laurea presso l’Universitá di Camerino mi sono trasferito in Spagna, dove ho ottenuto il dottorato in Chimica Analitica. Durante il mio percorso formativo mi sono specializzato nell’uso della Spettroscopia Raman, una tecnica analitica impiegata in numerosi campi di studio, inclusa l’esplorazione planetaria.
Fortunatamente, il mio curriculum è stato notato da un gruppo di ricerca Spagnolo (ERICA, dell’Università di Valladolid) che, oltre 10 anni fa, venne incaricato dalla NASA di costruire parte dello strumento SuperCam a bordo del rover Perseverance. Lavorando nel gruppo ERICA, ho avuto cosi modo di applicare le mie conoscienze al campo dell’esplorazione Marziana, un mondo a me del tutto sconosciuto fino a pochi anni fa.
Questo traguardo lo devo ai miei genitori, che mi hanno sempre supportato nel mio percorso, oltre ad una bella dose di fortuna (che non guasta mai!)
Quanto è importante la fase che stiamo vivendo per l’esplorazione spaziale?
Negli ultimi decenni, lo sviluppo tecnologico sta facendo passi da gigante, e questo ci permette di realizzare studi che fino a pochi anni fa erano considerati pura fantascienza. Grazie alla nuova generazione di telescopi siamo in grado di identificare pianeti abitabili in altri sistemi solari, mentre i rover che inviamo su altri pianeti ci forniscono nuove ed entusiasmanti notizie riguardo il presente ed il passato di questi corpi extraterrestri.
Ad esempio, oggi sappiamo che 4 miliardi di anni fa l’aspetto di Marte era molto simile a quello della Terra moderna. La sua superficie era ricoperta da oceani, laghi e fiumi, e la sua atmosfera era ricca in ossigeno. Sapendo che questi sono gli ingredienti necessari alla proliferazione della vita, le missioni moderne e future hanno come l’obiettivo di identificare possibili tracce di vita passata.
La nostra generazione potrebbe quindi dare una risposta a una delle domande esistenziali che il genere umano si è posto dall’alba dei tempi: siamo soli in questo universo?
Quali informazioni possiamo aspettarci dai dati che sta raccogliendo SuperCam, lo strumento analitico del rover Perseverance?
Lo strumento SuperCam analizza la composizione delle rocce presenti sulla superficie Marziana con l’obiettivo di caratterizzare i minerali che le compongono e di identificare la presenza di possibili molecole organiche. Da un lato, lo studio dei minerali ci aiuta a ricostruire l’evoluzione geologica e ambientale del pianeta rosso.
Dall’altro, la ricerca di composti organici di origine biologica rappresenta il modo ideale per confermare la possibile presenza di vita su Marte.
Inoltre, è importante sottolineare che, basandosi sui risultati di SuperCam, il rover preleverá campioni di roccia che, dopo essere stati inseriti in una capsula spaziale, verranno inviati sulla Terra. Questi campioni verranno analizzati con strumenti di avanguardia, i quali aumenteranno notevolmente le nostre possibilitá di identificare possibili tracce di microrganismi.
Sei recentemente diventato papà di una bambina. Da ricercatore quanto pensi sia fondamentale che le discipline STEM superino il divario di genere che caratterizza ancora il nostro Paese?
Il divario di genere nelle discipline STEM è un problema che riguarda non solo l’Italia, ma anche il resto del Mondo.
Infatti, studi recenti hanno dimostrato che, a livello planetario, solo il 20% dei gruppi di ricerca ha un leader donna. Se guardiamo al numero di donne che formano parte del comitato editoriale di riviste scientifiche di prestigio, notiamo che la percentuale migliora leggermente (intorno al 30%). Ma è evidente che siamo ancora lontanissimi dal superare il divario di genere.
Tuttavia è importante sottolineare che negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante per diminuire questo divario. Questo cambiamento è reso posibile anche grazie alle istituzioni, che stanno realizzando notevoli sforzi per sensibilizzare la societá e il mondo accademico sull’importanza di superare questo problema.
Negli ultimi anni la percentuale di ricercatrici nelle discipline STEM è in costante aumento e questo mi fa guardare al futuro con grande ottimismo.
Cristina Mignini