
Domitilla Ferrari è l’autrice del manuale di resistenza per un lavoro non abbastanza smart
Un cattivo capo può intossicare l’ambiente di lavoro, danneggiare i risultati e deteriorare la salute mentale delle persone. Lo sapevamo già prima ed è evidente ancora di più oggi che lo smart working e la pandemia hanno reso digitali e complesse le nostre dinamiche professionali.
Diciamo la verità, a chi non è capitato di avere un pessimo capo al lavoro? Ognuno potrebbe raccontare la sua e scoprire che di aneddoti ne esistono all’infinito ma la vera novità è che non c’è una sola tipologia di pessimo leader. E già! Nel saggio di Domitilla Ferrari “Il pessimo capo. Manuale di resistenza per un lavoro non abbastanza smart” si alternano storie personali a quelle ascoltate da amici e parenti e il risultato è un vero e proprio vademecum utile a smascherare le principali tipologie per prenderne le distanze.
A testimonianza dell’attualità del volume, pare che in Giappone abbiamo chiesto a Zoom di prevedere una disposizione gerarchica dei partecipanti ai meeting digitali, in modo che i capi ottenessero un posto di rilievo nella griglia dei volti: un’ottima metafora del modo in cui il mondo del lavoro – e la leadership – spesso non hanno saputo adeguarsi al cambiamento in corso.
Attenzione a non dimenticare di fare un po’ di sana autocritica! Con ironia e sagacia Domitilla Ferrari ricorda che noi siamo anche dei capi: «Magari della tata che si occupa dei nostri figli o della signora delle pulizie o quando da clienti, per esempio, andiamo da una sarta. Tutti, insomma, siamo in grado di peggiorare l’esistenza di altre persone».
Tecnologia, innovazione, consapevolezza, incidono sulla trasformazione del lavoro che cambia rispetto all’ evoluzione della società. Smart working, home working, gender gap… quale che sia l’eredità professionale che ci ha lasciato la pandemia, la chiave cui aggrapparsi è ricordare che ogni attività è fatta dalle persone e il lavoro occupa una parte importante della nostra vita ma non l ‘unica.
Ne riconosci qualcuno? Ecco quattro esempi di pessimi capi che puoi leggere nel libro di Domitilla!
Il cafone: comunica in modo ostentato, urla successi anche quando non ci sono.. lo conosci vero? Che dire del rovesciato: non riesce a entrare nel suo ruolo di leader e continua a comportarsi da collega anziché da guida.. Non può mancare il ragioniere: non ha una visione d’insieme ma conosce il costo di ogni cosa. Ed ecco qua l’evergreen, il procastinatore: compila liste con compiti da delegare a chissà chi chissà quando.
Infine, un piccolo consiglio che il manuale custodisce: ricorda che spesso non è tossico l’ufficio, ma il capo e se il capo è pessimo, il suo team non può funzionare bene.
Domitilla Ferrari, docente di Comunicazione Digitale all’Università di Padova, lavora come chief marketing officer a Milano, città in cui vive. Considerata una celebrità nel campo del networking, potete seguirla sui social e su www.domitillaferrari.com
Cristina Mignini