Le donne si dichiarano molto meno felici degli uomini, ecco perché.

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Felicità di genere: i risultati dell’Osservatorio di Sòno

Commissionato da Sòno APS, associazione di promozione sociale che propone percorsi di ascolto per supportare le persone ad accrescere il proprio benessere esistenziale fondata dal sociologo Enrico Finzi, lo studio è stato realizzato a metà ottobre da AstraRicerche attraverso 1.415 interviste online a un campione rappresentativo della popolazione tra i 18 e i 75 anni cui è stato chiesto, da 1 a 10, quanto si sentano felici.

Sofferenza e insoddisfazione si manifestano in modo acuto soprattutto dove sussistono questioni sociali irrisolte. La ricerca ha indagato donne e uomini dai 18 ai 75 anni: le prime accusano un’infelicità nettamente superiore agli uomini (+29%) per le difficoltà a realizzarsi in ambito professionale, le persistenti disparità salariali e lo stress per il peso dell’accudimento familiare che grava quasi interamente sulle loro spalle.  

L’Osservatorio sulla felicità degli italiani vuole essere una mappatura dell’Italia della felicità sommersa

“La pandemia e gli anni che ne sono seguiti sono stati sicuramente un momento di grandi trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche capaci di impattare fortemente sulla felicità delle persone, a volte creando momenti di confusione e blocchi interiori” – spiega in una nota Enrico Finzi, Presidente di Sòno APS. “Nell’esperienza di Sòno capire quanto la felicità delle persone sia cambiata è essenziale per aiutare chi ne ha bisogno a trovare la propria strada, la propria realizzazione, quella che chiamiamo la propria consonanza. Da qui nasce l’esigenza dell’Osservatorio: la vera felicità si trova proprio nel sentirsi liberi di divenire sé stessi”.

Oltre al Covid e alle sue conseguenze, la felicità non è più esclusiva delle donne per colpa di aspetti quali la crisi climatica, guerra e violenza, malattia del futuro, l’aggravarsi della condizione giovanile, la violenza maschile, l’insofferenza per la ridomesticizzazione seguita al lockdown, l’insoddisfazione sessuale.

“La spiegazione sociologica che mi sento di dare è che il Paese si è modernizzato ma non sa tenere il passo con i desideri delle donne. Le significative riforme che hanno arginato il carattere patriarcale della società – legge sul divorzio, sull’aborto, sul diritto di famiglia – hanno trasformato anche l’opinione pubblica. Ma la velocità di cambiamento di giurisprudenza e società è minore delle aspettative coltivate dalle donne” commenta Enrico Finzi.

La rapida ascesa delle donne in ambito scolastico, più laureate, con voti più alti, si infrange come tutti sappiamo alle soglie del mercato del lavoro. Dove nelle professioni più remunerative il divario di genere si fa sentire subito e la carriera collassa davanti alla maternità. Per il 28 % delle interpellate è questo un elemento di grande frustrazione.

Insomma, spiega il sociologo, «L’infelicità che marca per quasi un terzo il rapporto tra donne e felicità è qualcosa di proattivo. L’esasperazione di massa è figlia di una straordinaria crescita. Le donne hanno pretese, come si diceva un tempo, bisogni, aspettative. E’ la grinta femminile, il desiderio di essere più protagoniste a fare da propellente all’insoddisfazione, non è rinuncia è spirito di battaglia».

Ben il 79 % delle donne interpellate saprebbe da dove cominciare, quando viene presa dalla voglia di cambiare tutto (che riguarda quasi 9 donne su 10). 

Si può dire che la strada percorsa da quel terzo delle donne che si sentono infelici è un tunnel illuminatoIlluminato dalla loro voglia di fare, di esserci, di portare più avanti la crescita, il riconoscimento della parità e la conquista della felicità.

Cristina Mignini

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